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| Noi, ad Atene, facciamo così | |
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Autore | Messaggio |
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Ospite Ospite
| Titolo: Noi, ad Atene, facciamo così Lun 29 Giu - 11:42 | |
| Greche e greci, da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi. In tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di applicare gli accordi di memorandum presi dai governi precedenti, malgrado il fatto che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo greco alle ultime elezioni. Ma neanche per un momento abbiamo pensato di soccombere, di tradire la vostra fiducia. Dopo cinque mesi di trattative molto dure, i nostri partner, sfortunatamente, nell’eurogruppo dell’altro ieri hanno consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al popolo greco. Un ultimatum che è contrario, non rispetta i principi costitutivi e i valori dell’Europa, i valori della nostra comune casa europea. È stato chiesto al governo greco di accettare una proposta che carica nuovi e insopportabili pesi sul popolo greco e minaccia la ripresa della società e dell’economia, non solo mantenendo l’insicurezza generale, ma anche aumentando in modo smisurato le diseguaglianze sociali. La proposta delle istituzioni comprende misure che prevedono una ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, nuove diminuzioni dei salari del settore pubblico e anche l’aumento dell’IVA per i generi alimentari, per il settore della ristorazione e del turismo, e nello stesso tempo propone l’abolizione degli alleggerimenti fiscali per le isole della Grecia. Queste misure violano in modo diretto le conquiste comuni europee e i diritti fondamentali al lavoro, all’eguaglianza e alla dignità; e sono la prova che l’obiettivo di qualcuno dei nostri partner delle istituzioni non era un accordo durevole e fruttuoso per tutte le parti ma l’umiliazione di tutto il popolo greco. Queste proposte mettono in evidenza l’attaccamento del Fondo Monetario Internazionale a una politica di austerity dura e vessatoria, e rendono più che mai attuale il bisogno che le leadership europee siano all’altezza della situazione e prendano delle iniziative che pongano finalmente fine alla crisi greca del debito pubblico, una crisi che tocca anche altri paesi europei minacciando lo stesso futuro dell’unità europea. Greche e greci, in questo momento pesa su di noi una responsabilità storica davanti alle lotte e ai sacrifici del popolo greco per garantire la Democrazia e la sovranità nazionale, una responsabilità davanti al futuro del nostro paese. E questa responsabilità ci obbliga a rispondere all’ultimatum secondo la volontà sovrana del popolo greco. Poche ore fa si è tenuto il Consiglio dei Ministri al quale avevo proposto un referendum perché sia il popolo greco sovrano a decidere. La mia proposta è stata accettata all’unanimità. Domani si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni. Ho già reso nota questa nostra decisione al presidente francese, alla cancelliera tedesca e al presidente della Banca Europea, e domani con una mia lettera chiederò ai leader dell’Unione Europea e delle istituzioni un prolungamento di pochi giorni del programma per permettere al popolo greco di decidere libero da costrizioni e ricatti come è previsto dalla Costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica dell’Europa. Greche e greci, a questo ultimatum ricattatorio che ci propone di accettare una severa e umiliante austerity senza fine e senza prospettiva di ripresa sociale ed economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, come insegna la storia dei greci. All’autoritarismo e al dispotismo dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e determinazione. La Grecia è il paese che ha fatto nascere la democrazia, e perciò deve dare una risposta vibrante di Democrazia alla comunità europea e internazionale. E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia. E sono del tutto sicuro che la vostra scelta farà onore alla storia della nostra patria e manderà un messaggio di dignità in tutto il mondo. In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La Grecia è e rimarrà una parte imprescindibile dell’Europa, e l’Europa è parte imprescindibile della Grecia. Tuttavia un’Europa senza democrazia sarà un’Europa senza identità e senza bussola. Vi chiamo tutti e tutte con spirito di concordia nazionale, unità e sangue freddo a prendere le decisioni di cui siamo degni. Per noi, per le generazioni che seguiranno, per la storia dei greci. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Lun 29 Giu - 12:42 | |
| - Rom ha scritto:
- Greche e greci,
In tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di applicare gli accordi di memorandum presi dai governi precedenti, malgrado il fatto che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo greco alle ultime elezioni. Ma neanche per un momento abbiamo pensato di soccombere, di tradire la vostra fiducia. Dopo cinque mesi di trattative molto dure, i nostri partner, sfortunatamente, nell’eurogruppo dell’altro ieri hanno consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al popolo greco. Un ultimatum che è contrario, non rispetta i principi costitutivi e i valori dell’Europa, i valori della nostra comune casa europea. È stato chiesto al governo greco di accettare una proposta che carica nuovi e insopportabili pesi sul popolo greco e minaccia la ripresa della società e dell’economia, non solo mantenendo l’insicurezza generale, ma anche aumentando in modo smisurato le diseguaglianze sociali. Il nocciolo della questione è che i debiti li devono pagare i cittadini (in ogni modo e comunque), mentre i dilapidatori del denaro pubblico, che hanno "munto" l'UE e la Grecia (e che forse avranno portato i loro soldi all'estero), se ne escono senza rispondere del loro operato e delle loro ruberie. |
| | | cardif
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Lun 29 Giu - 15:39 | |
| (bellissimo discorso quello del titolo)
Le misure di cui l'Europa chiede l'applicazione non fanno altro che impoverire. Il licenziamento di dipendenti pubblici, effettivamente in eccesso, porta all'aumento dei disoccupati, e quindi alla riduzione dei consumi interni. Come la riduzione di pensioni e salari. L'aumento dell'iva su ristorazione ed hotel porta alla riduzione del turismo, e quindi alle entrate dall'estero e di consumi. Ed altro. Non capisco come gli economisti europei possano pensare che un Paese più povero possa meglio pagare i suoi debiti. O invece arrivare a non pagarli proprio più. Non capisco come possa essere un problema dilazionare il debito della Gracia, che ha un PIL pari all'1,6% di quello dell'Europa Unita, senza dover ricorrere al suo strangolamento. Non capisco nemmeno i politici, disposti ad accettare la fuoriuscita della Grecia dall'Europa e l'avvicinamento alla Russia. Oltre agli aspetti di natura culturale. Politici greci hanno rubato e portato al disastro l'economia. Non hanno fatto come gli ateniesi del Monologo di Pericle del titolo. Ma non si deve condannare alla miseria un intero popolo che non se n'è accorto. Devono avere un po' di tempo per ridurre sprechi e corruzione. Eppure la Merkel aveva detto a Tsipras a Berlino: "Vogliamo che la Grecia sia forte economicamente, che cresca e che venga fuori dalla alta disoccupazione...in particolare da quella giovanile". Se l'è dimenticato? E' anche colpa di altri se la Grecia sta così messa male. Anche dei tedeschi, che hanno venduto inutili sommergibili della Thyssen-Krupp, quella che già aveva fatto montagne di soldi con i carri armati prodotti per Hitler, che ha corrotto il direttore dei cantieri navali Skaramangas e un collaboratore dell’ex ministro della difesa, arrestati per corruzione per dare il via libera all’acquisto dei sottomarini. Oltre alla storia dei debiti dei danni di guerra non pagati alla Grecia.
Intanto in pochi mesi più di 30 mld, che per la Grecia che ha un PIL di 250 mld non sono pochi, sono stati portati fuori dai 'ricchi', beneficiati dai privilegi fiscali. E contro questa fuga di capitali l'Europa non ha detto niente. Né si vedono misure draconiane nei confronti dell'Iltalia, in cui il debito pubblico dovrebbe tendere a scendere al 60% del pil, e invece è salito dal 120% del 2011 al 134% nel 2014.
Anche a favore della Grecia si potrebbe organizzare una manifestazione con un milione di persone (400mila per il Viminale).
cardif | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Lun 29 Giu - 19:24 | |
| “Non vorrei vedere Platone in serie B”, dice Juncker. Come se Platone fosse ascrivibile a qualche categoria economica, come se i loro miopi contarelli da grand commis della burocrazia finanziaria avessero qualche attinenza con la storia del pensiero universale. Dice bene Chomsky, quando afferma che non importa quali politici vadano al potere, tanto non sono loro che governano. Si è demandato tutto ai tecnocrati finanziari, depositari di ricchezze destabilizzanti, le loro armi di devastazione democratica e di soggezione permanente. Da quando tutta la politica planetaria si svolge in termini di debiti e crediti? Da quando la remissione o la ristrutturazione di ingenti debiti, già percorsa nella storia, non è più percorribile? C’è qualcosa di molesto in questa pervicace mancanza di volontà compromissoria, quasi una sfida a non contestare un modello di salvaguardia delle élites, le uniche titolate ad essere soddisfatte. Come quando, in certi campionati sportivi, gli interessi delle piccole squadre vanno regolarmente disattesi in ossequio al peso e al seguito dei grandi clubs, falsando clima e risultati di un gioco a cui tutti contribuiscono. La tentazione, in questi casi, è di abbandonare polemicamente il campo, denunciando regole che vengono applicate secondo convenienza. “Non è una partita a poker”, dice Juncker. Infatti, chi si siederebbe ad un tavolo di milionari, sapendo di non aver un centesimo in tasca? Lo hanno fatto, in passato, parecchi politici greci, corrotti da milionari tedeschi ed altri europei, e che hanno lanciato sul tavolo i futuri debiti di una popolazione ignara. Ed ora noi dovremmo garantire i crediti di questi speculatori, del tutto simili a quelli che speculavano sul sub-prime e sui derivati, i protagonisti della bolla finanziaria di qualche anno fa, lasciati liberi di imperversare sui mercati senza alcun controllo? Obama, Blair, Hollande, ed anche la Merkel, non contano nulla di fronte alla potenza devastante di una finanza senza controlli, a cui della recessione non importa nulla. Quello che conta è tenere sotto controllo l’inflazione, che incide sulle loro ricchezze. Le cifre riportate sul capitale destinato alla speculazione sono impressionanti. In una intervista di Chomsky si legge che “Intorno al 1970, circa il 90 percento del capitale coinvolto nelle transazioni economiche internazionali veniva utilizzato a scopi commerciali o produttivi e soltanto il 10 percento a scopi speculativi. Oggi le cifre si sono invertite: nel 1990, il 90 percento del capitale totale era utilizzato per la speculazione; nel 1994 si era saliti addirittura al 95 percento. Però, Renzi e altri colleghi sperano di costruire le condizioni adatte agli investimenti stranieri nel proprio paese, come se i capitali non aspettassero altro che investire nell’economia reale, a cui le precedenti cifre dimostrano che sono pochissimo interessati. Di cosa si parla quando si addita moralisticamente la Grecia o gli altri “pigs” del Mediterraneo come campioni di corruzione e malgoverno? Forse che i favori fiscali degli altri paesi possono essere additati come buon governo? Cameron e Juncker che difendono le loro opacità fiscali sono migliori di uno Tsipras, che si accolla i costi energetici di una popolazione allo stremo? La concorrenza sleale di certi paesi europei è più nobile di una richiesta di dilazione del debito? Qualcosa non torna, e Platone lo sa. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Lun 29 Giu - 21:11 | |
| A proposito della corruzione nel Mondo... |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Mar 30 Giu - 7:54 | |
| I servizi costano, non basta il gratta e vinci. Occorre il lavoro, lavoro buono, quello che ti mette sui banchi del mercato, e nelle istituzioni i prodotti del benessere e della civiltà. Lavoratori sono quelli che lavorano, o che almeno abbiano lavorato sino alla pensione. Sono lavoratori i giovani che studiano. Gli altri, a diverso titolo, sono solo degli sfruttatori. Nelle nostre società moderne come in quelle antiche, gli sfruttatori appartengono ad ogni classe sociale, anche se quelli delle classi agiate, agiscono con maggior potenza, e quelli delle classi basse, sono più numerosi. La politica dovrebbe porre rimedio ai problemi tecnici ed etici di una società, ma anche lei ha un tasso di efficienza che non è sempre elevato e lo vediamo ovunque, con le luci e le ombre del conflitto e dello sviluppo. La finestra sulla Grecia ci permette di indagare su questi problemi mettendoli a fuoco in quel paese e per le sue specificità, ma sono ovunque, con un proprio grado di gravità. Il principio: "la colpa è sempre degli altri", non ci aiuta a capire che se un popolo vuole autodeterminarsi, deve raccogliere in se stesso le energie necessarie. E se quel popolo si sente europeo, deve muoversi nella direzione dell'Europa, e non nella chiusura dell'orto dei propri egoismi, che garantisce solo quel piccolo gruppo di furbetti che a destra e sinistra usa la politica per il proprio tornaconto. Tsipras: capisco le difficoltà, ma di questo passo sta mostrando il limite suo e del suo governo, e me ne dispiace. Ogni paese, compresa la Grecia, ha diritto al meglio. Anche in Grecia, non ci sono più gli "uomini di una volta". Ovviamente, parlo dei migliori, visto che certa gente comune, animata dal proprio specifico interesse, ci deve essere sempre stata. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Gio 2 Lug - 10:26 | |
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| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Gio 2 Lug - 14:32 | |
| L'appello di Tsipras è ampolloso e auto-esaltativo. Avesse fatto una analisi delle ragioni per le quali la Grecia è un problema per se, avrei capito anche le critiche all'Europa.
Quel referendum è stato indetto per scaricare sul popolo greco le responsabilità che erano e sono del suo governo, che non ha saputo muoversi né sul piano della trattativa con l'Europa e neppure su quello delle riforme interne.
Che vinca il si, o vinca il no, a perdere è la Grecia ed il popolo greco. Da noi una cosa così l'avrebbe fatta la destra berlusconiana, non certo Prodi o Bersani.
Peccato. Credevo che Tsipras fosse una speranza, ed invece si sta dimostrando un giovane con poco coraggio e meno capacità.
basta vedere... http://video.repubblica.it/dossier/crisi-grecia-2011/tsipras-e-nostra-intenzione-trovare-un-accordo/205884/204981?ref=vd-auto |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Gio 2 Lug - 15:03 | |
| - einrix ha scritto:
- L'appello di Tsipras è ampolloso e auto-esaltativo. Avesse fatto una analisi delle ragioni per le quali la Grecia è un problema per se, avrei capito anche le critiche all'Europa.
Quel referendum è stato indetto per scaricare sul popolo greco le responsabilità che erano e sono del suo governo, che non ha saputo muoversi né sul piano della trattativa con l'Europa e neppure su quello delle riforme interne. Che vinca il si, o vinca il no, a perdere è la Grecia ed il popolo greco. Peccato. Credevo che Tsipras fosse una speranza, ed invece si sta dimostrando un giovane con poco coraggio e meno capacità. Dovremmo considerare che Tsipras governa in Grecia dal mese di gennaio, che ha ereditato questa penosa situazione da altri e che la sua formazione politica si è data molto da fare, in precedenza e sul campo, ad attenuare i disagi della popolazione greca. Mi sembra che si voleva (e si voglia) troppo e subito qualcosa da chi non ha alcuna colpa, ma che si è messo a disposizione di tutti. Giusto ieri ho ascoltato Tajani, vice presidente del Parlamento Europeo, che sosteneva l’inadempienza di questo governo e che, in caso di vittoria del “si” all’imminente referendum, Tsipras si dovrebbe dimettere! Secondo Tajani, Tsipras lo dovrebbe fare per affidare le sorti dei greci agli stessi che li hanno affossati. Mi sembra un ragionamento ... di parte e non risolutivo, né costruttivo. |
| | | cardif
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Gio 2 Lug - 15:26 | |
| Ovviamente le opinioni sono tante, differenti, in contrasto. E tutte legittime. Rajoy teme l'avanzata di Podemos che è in linea con Syriza, e quindi tende a porre ostacoli. Poi ci sono gli anticomunisti viscerali (oggi sentivo Berlusconi, poveretto). Ci sono gli USA, che in massima parte sono anticomunisti nell'animo, come in buona parte sono razzisti contro i neri. Vogliono la destra al Governo, come nel periodo dei Colonnelli, per timore di un avvicinamento alla Russia. Posizioni politiche; cose comprensibili, anche se per me non condivisibili.
Ci sono le ragioni del 'capitale', in verità meno comprensibili. Se le banche vogliono il saldo del debito, perché non applicare la logica (di semplice matematica finanziaria) del decreto Bersani del 2007, relativo alla revisione dei mutui per la casa? Io ricordo le tante trasmissioni in cui si esponevano i casi dei poveretti che erano partiti con rate di mutuo variabile di 300 € e, a causa dell'inflazione e dello spread, erano arrivati a rate del doppio. Un buon ragioniere avrebbe detto: vabbè, abbassiamo l'importo della rata ed aumentiamo il numero delle rate, basta che pagate; tanto così non perdiamo niente. Non ci fu un banchiere a capirlo da solo ed a farlo. Bah, che scarse capacità dimostrarono allora i banchieri. Ci volle un decreto.... E pare che nemmeno in Europa questo meccanismo sia chiaro. Si sente dire in tv che è Tsipas che non vuole fare le riforme. Ma mai quali sono. A leggere bene si trovano quali riforme chiede l'Europa. Ma non si trovano le logiche per le quali quelle riforme dovrebbero consentire la ripresa della Grecia: si capiscono solo le logiche per le quali, attuandole, la Grecia potrebbe rimborsare i debiti. E chi se ne frega dei greci. Bah ... Nel 2012 il movimento di Tsipras ottenne il 16,8%. Nel 2015 il 36,34%. Non se la sente, con questo sostegno popolare, di decidere per tutti. Ha indetto un referendum per far decidere alla maggioranza dei greci. Strano meccanismo, per caso? In Italia, col porcellum, chi è la governo se ne importa assai della maggioranza del popolo: conta la maggioranza parlamentare. Altri concetti della democrazia.
E quant'altro c'è sulle colpe passate, dei governi e degli stranieri ... Povero popolo. Povero Kostas Georgakis ...
cardif | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Gio 2 Lug - 15:55 | |
| - cardif ha scritto:
- Nel 2012 il movimento di Tsipras ottenne il 16,8%. Nel 2015 il 36,34%. Non se la sente, con questo sostegno popolare, di decidere per tutti. Ha indetto un referendum per far decidere alla maggioranza dei greci. Strano meccanismo, per caso? In Italia, col porcellum, chi è la governo se ne importa assai della maggioranza del popolo: conta la maggioranza parlamentare. Altri concetti della democrazia.
"Noi, ad Atene, facciamo così" |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Ven 3 Lug - 10:24 | |
| "Non se la sente con questo sostegno popolare...". In effetti il 36,34% è poco se si pensa che l'altro 64% circa ha votato contro Tsipras.
Ma che fa il governo, su ogni provvedimento importante che deve decidere, indice un referendum perché il 36% è troppo poco? Se questa fosse l'argomentazione di Tsipras, mi verrebbe da ridere.
La verità è un'altra: hanno promesso le nozze con fichi secchi, e non hanno neppure voluto toccare i poteri forti che hanno in Grecia, e quindi hanno preferito arrivare al fallimento, per non pagare pegno, piuttosto che chiedere al paese di onorare gli impegni. Per la verità, non hanno neppure avuto il coraggio di dichiararsi falliti, ma hanno girato al popolo quell'incombenza, come se loro non fossero già stati eletti, proprio per prendersela sulle loro spalle quell'incombenza. O forse in campagna elettorale avevano parlato d'altro, e non certo del fatto che sarebbero finiti li!
Governano solo da sei mesi... dice qualcuno. In nove mesi nasce un bambino, e Monti ha fatto quello che doveva fare prendendo le decisioni (quasi) giuste, in poche battute ed in meno tempo. Questi possono stare anche dieci anni a scaldare le sedie del governo, e non riusciranno a concludere nulla, perché hanno già mostrato di essere dei contapalle e non dei normali statisti - Varoufakis docet.
Capisco che la Grecia si dibatta in difficoltà che vanno dalle povertà agli sprechi, ma se uno è davvero uno statista, viene fuori in certi momenti, ma con questo governo dalle tante promesse non ho visto la classe. Speravo che in Grecia ci fosse una sinistra migliore e mi sono trovato un Varoufakis che ha portato quel paese sull'orlo del baratro, come solo Berlusconi ha saputo fare da noi! |
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| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Ven 3 Lug - 10:40 | |
| Leggetevi questa notizia:
03/07/2015 03:30 Tsipras, accordo 48 ore dopo referendum
3.30 Tsipras, accordo 48 ore dopo referendum "Il giorno dopo il referendum sarò a Bruxelles e un accordo sarà firmato". Lo afferma il premier greco Tsipras as- sicurando che la firma di un'intesa ar- riverà entro 48 ore dal voto.
Con la vittoria del 'no', dice Tispras, ci sarà una "soluzione sostenibile" per la Grecia ma se vincesse il 'sì' avvie- rò "le procedure" per fare in modo che la proposta dell'ex troika diventi leg- ge e non metterò la mia "poltrona" al di sopra gli "interessi della nazione", spiega il premier alla tv Ant1. se è vera, come credo, diventa incomprensibile il ragionamento di Tsipras: - 48 ore dopo il referendum ci sarà l'accordo. E va bene, questa la prendo per buona.
Quello che non mi torna è questo ragionamente del: se vince il No.
Come fai a firmare un accordo se i tuoi interlocutori non sono d'accordo! Potrai dire che spingerai avanti il negoziato, ma se i tuoi interlocutori si impuntano, tu non firmi nessun accordo e puoi solo fare un solitario con le tue carte!
E poi, se vince il Si faccio diventare legge.... Se vince il si te ne vai, Tsipras, e lasci agli altri l'incombenza, se non vuoi essere un uomo per tutte le stagioni. Quel paese spaccato al 50% per il si e per il no, è semplicemente confuso. E di chi è la colpa di quella confusione che assegna alla cabala e non alla politica la decisione. La colpa è di questo governo che non ha saputo compiere le scelte per il suo paese, e ora la scelta la tira fuori al buio, dal sacchetto delle probabilità. Anche se il popolo greco non è più quello dei tempi antichi ed ha più affaristi che filosofi, ha comunque diritto a governanti migliori, a destra quanto a sinistra. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Ven 3 Lug - 13:48 | |
| Questa è l'ultima, ancora più bella di quella di Tsipras: Varounakis è un vero venditore di tappetti, quasi bravo quanto Berlusconi.
03/07/2015 10:50 Grecia, Varoufakis: accordo in vista
10.50 Grecia, Varoufakis: accordo in vista L'accordo tra la Grecia ed i creditori internazionali "è più o meno fatto". Così il ministro delle Finanze greco, Varoufakis, alla radio irlandese Rte.
"Che ci sia un sì o un no un accordo è in vista. Se ci sarà un sì, il governo greco andrà semplicemente a mettere la firma sulla proposta delle istituzioni del 25 giugno", ha affermato."Posso as- sicurarvi che in questa settimana di impasse, abbiamo avuto proposte molto interessanti da funzionari europei(...) e un accordo è più o meno fatto", ha proseguito Varoufakis.
Che l'accordo fosse vicinissimo, lo dicevano commentatori seri, anche prima che venisse indetto il referendum, e adesso, questo furbetto del quartiere, viene a dirci che siamo vicini ad un accordo, con le urne che stanno per aprirsi? La politica dei furbi non è mai una politica seria - così come i furbi solo raramente sono seri!
Ritiro quello che ho scritto solo se RAI televideo ha mentito. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Ven 3 Lug - 13:57 | |
| Come dicevo... Ecco Juncker che adesso va a confermare i miei dubbi, alla faccia di ciò che dicono Tsipras e Varoufakis
03/07/2015 13:05 Juncker:negoziato difficile pure con sì
13.05 Juncker:negoziato difficile pure con sì "Anche nel caso in cui il risultato del referendum greco sarà sì, il negoziato sarà difficile. Se voteranno no la po- sizione greca sarà drammaticamente in- debolita".
Lo ha detto il presidente della Com- missione Ue Jean Claude Juncker.
Senza contare il possibile cambio di ministro e di governo... |
| | | cardif
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Ven 3 Lug - 14:45 | |
| Come si sa, il referendum è sull'accettare o meno le misure imposte alla Grecia per risanare l'economia. E, qualunque sia la risposta, la trattativa era e resta difficile. Di quello che farà Tsipras m'importa poco; m'interessa quello che succede al popolo greco. Dire semplicemente che la Grecia deve fare le riforme senza far riferimento a quali è molto vago. Si tratta di misure che aiutano lo sviluppo e consentono la ripresa, o che impoveriscono ancora di più? Valutazioni ne hanno fatte in tanti, e di tipo diverso. Le misure chieste sono tante, per cui è facile che alcune vadano in un senso altre in un altro. Una valutazione sommaria è frutto di una posizione ideologica, più che di merito. E quindi su questa base è inutile ogni discussione. E questo è dimostrato dallo stesso popolo greco che, secondo i sondaggi, è diviso a metà. E forse, per questo, potrebbe pure essere stato un errore da parte di Tsipras interpellarlo. Ma è evidente perché l'ha fatto: col 36% di consenso non se la sentiva di prendere una decisione che non è di ordine quotidiano ma richiede uno sforzo enorme a quasi tutti i greci. C'è chi parla perfino di nea-dracma. Almeno questo dovrebbe essere evidente. Certo è che le misure chieste dall'Europa e dal FMI tendono alla restituzione del debito, e quindi a 'spremere' il popolo greco. Perché Bersani, col suo decreto del 2007, spinse le banche ad allentare la stretta, a non pretendere il pagamento delle rate cresciute e diventate di importo insostenibile per molti? E perché i banchieri accettarono? Viene chiesto l'aumento dell'iva al 23% anche su ristoranti ed alberghi, mentre in Grecia si oppongono. Secondo i primi aumentano gli incassi, secondo i secondi si riducono le entrate dal turismo. E se questo è vero l'entrata totale aumenta di poco: invece del 13% su 100 si potrà avere il 23% di 70.
Questi potrebbero essere argomenti di discussione. Anche se, ovviamente, gli economisti li fanno e gli altri li trascurano.
Eppure: "Uno studio del Fondo che fece scalpore dimostrava in modo irrefutabile gli effetti dannosi dell'austerity." http://www.repubblica.it/economia/2015/06/25/news/lagarde-117632947/
"Scusate abbiamo sbagliato la cura. La medicina era troppo pesante e il malato, che poteva rimettersi con una giornata in day hospital, è finito in rianimazione" http://www.repubblica.it/economia/2013/06/06/news/l_fmi_fa_mea_culpa_molti_errori_sulla_grecia-60472029/
Non è che il FMI non possa rateizzare il debito greco; l'ha già fatto in altri casi. Ma se anche Lagarde fa politica pro domo sua: fa la rigida con la Grecia per non inimicarsi i Paesi dell'Africa che potrebbero vedere un diverso trattamento verso l'Europa e non riconfermarla alla fine del mandato l'anno prossimo, allora siamo messi male.
Certo, i greci hanno avuto centrodestra e socialisti al governo, che hanno fatto man bassa ed hanno creato il dissesto, nascondendo tutto. Non è che il debito è scoppiato nell'ultimo anno. Ed è pure vero che qualcosa potrebbero accettare, tipo ridurre le spese militari. Ma anche in Italia, dopo i tanti fiumi di inchiostro, sugli F35 ed altro s'è tagliato poco.
Ma come si fa, in Italia, a fare i moralisti? Quando ha vinto uno che abbia promesso lacrime e sangue? Monti ha fatto qualcosa, e ne ha anche sbagliate. Ma non aveva promesso niente: non aveva vinto elezioni (anzi quando si è presentato ha fatto una pessima figura).
Il nostro debito è salito da 1.513 (2005) a 1.898 (2011) a 2.067 (2.134) miliardi di euro. Lo mettiamo sotto il tappeto così non lo vediamo che il debito pro capite (cioè per ciascun abitante) in Grecia è di 28.300 € e in Italia è 34.500 €?
Se infine il parametro di valutazione dev'essere la simpatia, allora sono d'accordo: però voglio Crozza al posto di Renzi (comici greci non ne conosco, per sostituire Tsipras). Di furbetti col chiodo ne abbiamo abbastanza anche in Italia. Ovviamente questo è ciò che capisco io.
cardif | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Ven 3 Lug - 18:50 | |
| Mi sa che la Grecia ha bisogno di Monti... caro cardif.
Per non dire di questa notizia:
03/07/2015 14:20 Dijsselbloem:accordo vicino?Non è vero 14.20 Dijsselbloem:accordo vicino?Non è vero L'affermazione di Varoufakis che l'ac- cordo tra Grecia e C.ommissione europea è vicino "è completamente falsa". Lo sostiene il presidente dell'Eurogruppo, Jeroren Dijsselbloem.
Il ministro delle Finanze greco aveva in precedenza affermato che un'intesa è "imminente" a prescindere dai risul- tati del referendum di domenica sulla proposta dei creditori.
La verità è che sono in confusione come lo era Berlusconi quando eravamo ad un passo dal baratro. So' ragazzi e si credono dei politici raffinati, dei ministri del tesoro superlativi, e forse a mala pena potrebbero essere impiegati statali di livello medio- basso. Qualche volta conviene pensarci prima di mandarli in Parlamento, che poi è tardi. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Ven 3 Lug - 20:49 | |
| Condivido abbastanza il commento di Ezio Mauro
http://video.repubblica.it/rubriche/repubblica-domani/cosa-bisognerebbe-fare-per-salvare-euro-e-grecia/206079/205184?ref=HRER1-1 |
| | | cardif
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Ven 3 Lug - 20:54 | |
| Correggo un errore nei dati che ho riportato: Il nostro debito è salito da 1.513 (2005) a 1.898 (2011) a 2.134 (2014) miliardi di euro. Sarà sfiggito pure a chi legge. E ri-faccio notare il debito pro-capite in Grecia e in Italia.
Ovviamente è una opinione che ci vorrebbe un Monti anche in Grecia. Però ricordo che in Italia in tanti hanno gridato contro Napolitano, che 'metteva' al Governo uno che non era nemmeno parlamentare, fatto senatore a vita apposta (come se fosse stato necessario). Si è gridato al colpo di stato. Poi è arrivato Renzi: pure lui nemmeno parlamentare e nemmeno senatore a vita: non aveva i requisiti. E ricordo pure che Monti veniva presentato come l'uomo delle banche e dei poteri forti. Ripeto: è una opinione. Ma significa che la politica abdica e l'alta finanza decide. Io, sommessamente, non la penso così.
Il ministro Varoufakis, alla radio irlandese Rte, ha detto che "Non e' 'troppo tardi' per un accordo tra la Grecia e i suoi creditori, anzi, un'intesa e' 'imminente' a prescindere dai risultati del referendum di domenica sulla proposta dei creditori. 'Che ci sia un si' o un no, un accordo e' imminente', ha affermato il ministro, 'se ci sara' un si' il governo greco non fara' altro che firmare le proposte avanzate dei creditori il 25 giugno, se ci sara' un no posso assicurarvi che durante questa settimana di stallo ho avuto alcune proposte davvero decenti giunte dall'Europa istituzionale in maniera confidenziale, un accordo e' piu' o meno fatto'.
Beh, certo, parole sopra le righe, al momento non dimostrate. Un ottimismo di facciata? Non so. Parole tanto gravi? Boh Di ottimismo di facciata se ne sente tanto in Italia. E' da mesi che sento dire che la ripresa è vicina da Renzi e Padoan. E c'è Lagarde che ammetti errori nella 'cura' per il risanamento della Grecia. Cos'è, impiegata di banca? A me sembrano parole più gravi. Di Renzi-pinocchio ne parlano in tanti. Opinioni, certo. Legittime. Tutti a casa, allora. Giovani e anziani? Mah
cardif | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Sab 4 Lug - 0:21 | |
| Le cose non sono mai troppo semplici...
La crisi greca aiuta molto il deprezzamento dell'euro, che in se non è cosa malvagia, visto che deve competere con un dollaro che viene stampato nella stessa quantità con cui in Europa si pagano le tasse. L'inflazione è lo strumento che si utilizza, la dove le tasse sono basse, per pagare le tasse. Come si potrebbe altrimenti soddisfare il fabbisogno dello stato. L'Europa può sopportare benissimo questa crisi, anzi, è un aiuto alla nostra ripresa competitiva.
A parte le critiche che si possono e si devono fare ai protagonisti di questa crisi, e pur col dispiacere che prende nel vedere tanta sofferenza nelle classi povere di quella popolazione, sono fiducioso che comunque vada, il sistema Grecia ed il sistema Europa, ce la faranno. Il referendum se lo potevano risparmiare: il popolo greco meritava una classe dirigente più capace e più responsabile, cosa che invece li, anche con Tsipras è mancata. Buona notte a tutti Enrico |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Sab 4 Lug - 9:29 | |
| - einrix ha scritto:
- Le cose non sono mai troppo semplici...
A parte le critiche che si possono e si devono fare ai protagonisti di questa crisi, e pur col dispiacere che prende nel vedere tanta sofferenza nelle classi povere di quella popolazione, sono fiducioso che comunque vada, il sistema Grecia ed il sistema Europa, ce la faranno. Il referendum se lo potevano risparmiare Convengo pienamente. Il referendum, forse, concorrerà a far prendere più consapevolezza ai cittadini che sono chiamati a pagare di tasca propria le manovre dei "palazzi di poteri" (che arricchiscono sottobanco pochi privilegiati). Adesso viene facile incolpare chi ha scoperchiato la pentola del malaffare e che vorrebbe invertire la rotta ... andando controcorrente. Tsipras può avere commesso qualche “errore” ma non ha responsabilità della penosa situazione in cui si trova il popolo greco (a propria insaputa)! La cura Monti è discutibile e non ha risolto la situazione degli italiani. Fissare l’età pensionabile a 65 o 67 o 70 anni, o bloccare gli scatti sullo stipendio sono proposte che possono fare solo menti da "Premio Nobel per la politica" … poi si vedono le conseguenze per gli altri (giovani, disoccupati, commercianti, etc.). Laura Comi è l’ultima a ripetere stamani il ritornello dei suoi commilitoni (CdL o PdL o FI, NCD) e forse di alcuni di "quelli delle larghe intese", che fa riferimento alla cura Monti ( "gli italiani che sono andati in pensione a 67 anni non possono pagare le pensioni anticipate ai greci"). Solo le capacità dell’ex cavaliere potevano portare menti così eccelse a posti tanto prestigiosi! Il referendum, senz'altro, poteva essere risparmiato se tutti stavano con i piedi per terra e si dimostravano favorevoli ad un’azione combinata, europea, per risolvere le varie situazioni regionali. |
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| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Sab 4 Lug - 11:50 | |
| Quando ero giovane e studiavo economia, si diceva che i maggiori redditi di un imprenditore andavano a remunerare il capitale di rischio investito in iniziative produttive, così come la speculazione premiava le scommesse borsistiche. Il rischio era alla base dei guadagni e delle perdite, per cui si pagava profumatamente l’eventuale calcolo sbagliato sulla redditività di un’impresa o sulla corretta quotazione di certi titoli. Un investimento sbagliato ricadeva sulla testa del capitalista malaccorto, come su quella degli altri attori coinvolti nell’impresa. Poi, la storia ci ha insegnato che anche la finanza disinvolta riesce a socializzare le perdite, con fondi pubblici destinati a salvare banche e istituti finanziari. Oplà, il cerchio si è chiuso con la difesa ad oltranza del capitale, quale pietra angolare del sistema. Perché i miliardi elargiti alla banche dall’ Europa sono moralmente accettabili, mentre ci si affanna a spulciare tra i pochi spiccioli dei pensionati greci, vittime di un sistema parassitario costruito da altri, e che ha beneficiato soprattutto coloro che, rinunciando allo sviluppo, speculavano sull’indebitamento? Tutti questi ditini alzati contro Tsipras, e quindi contro la popolazione greca, colpevole, come quella italiana, di eleggere corrotti e incapaci, sono ipocriti quanto possono esserlo le richieste di pentimento ad una donnina allegra che ha subito violenza. Essersela cercata non può giustificare una punizione senza scampo per la vittima e il lasciapassare per un delinquente dalle pulsioni giudicate naturali. Quanta cattiva stampa in questa che potrebbe essere l’occasione di rinascita dell’Europa o del suo definitivo affossamento: Il ratto di Europa, sulla riva di una spiaggia greca, là dove è cominciato tutto, come direbbe Calasso. Forse, anche in questo caso, la mitologia greca può esserci d’aiuto, perché non c’è alcuna necessità che un popolo venga sacrificato sull’altare della remunerazione del capitale. Se il debito delle banche può essere ripianato, a maggior ragione il debito di una popolazione incolpevole può essere dilatato in modo da renderlo compatibile con una vita dignitosa e con prospettive di sviluppo, che è quanto fanno al loro interno i paesi creditori. Le logiche da usurai vanno bene per i criminali, non per gli stati democratici e per le libere comunità di stati. Viceversa, è bene sottrarsi al cartello dei forti e spietati, e cercare sforzi autonomi di riscatto. Il “No” greco è soprattutto un grido di liberazione dai diktat economici che hanno sostituito la politica e l’umanità, e dall’immoralismo che traveste di imperativo etico la pretesa di chiunque disponga di capitali a qualsiasi titolo e comunque impiegati di esserne debitamente remunerato, mentre il lavoro può essere svenduto a soglie schiavistiche, le pensioni ammontare a mance o oboli di carità, la società suddivisa nelle categorie dei protetti e dei paria. Di fronte agli Schauble, agli Juncker, alle Merkel e ai Renzi, non ci sarebbe neppure bisogno di Platone o di Papa Francesco per farsi una sana risata liberatoria. Il Dio nudo che si intrufola nel letto d’Europa è riconoscibilissimo, e solo chi vuole esserne complice può far finta che si tratti di una unione naturale. |
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| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Sab 4 Lug - 12:46 | |
| Laura, se mi chiedessero dei soldi per pagare i debiti della Grecia, metterei mano nel portafoglio senza riflettere un solo attimo. Ma non rifletterei un solo attimo se chi governa la Grecia l'avesse messa a posto per i suoi fondamentali, e meglio ancora se a metterla a posto fosse il centro sinistra, per i principi ed i valori che dovrebbero sottostare a quella azione. Tsipras non ha combinato proprio niente, da quello che si legge. Sono passati inutilmente sei mesi. E' questo che non mi sta bene.
E' solo maturato il tempo in cui i debiti devono essere pagati, e ci si è arrivati senza le necessarie riforme e con la cassa vuota. Ora, se dalla destra mi aspetto riforme di destra, dalla sinistra mi aspetto riforme di sinistra, sostenute dalla maggioranza che esprime un governo. Uno dei problemi è che in un paese disomogeneo e diviso (Grecia, Italia..., non la Germania), si possa avere la maggioranza, con il 36% dei voti su di un elettorato che in genere vota per il 50%. Capisco che con un 18% effettivo di consensi, non si sia legittimati a prendere qualsivoglia importante decisione, e così, nonostante il bipartitismo e il bipolarismo, il governo, qualunque governo, non funziona, non ha forza nei confronti di un paese. Il bipolarismo che ha la maggioranza con il 18% effettivo dei votanti, funziona solo in paesi omogenei in cui il conflitto sociale tenda allo zero, mentre così non è né da noi, e né in Grecia.
Insomma, ho detto che Tsipras non ha fatto proprio niente ed ho spiegato che in parte dipende da lui, in parte dalla llegge elettorale, e in parte dal paese.
Da noi con Monti, Letta e Renzi si è fatto di più, ma non abbastanza, e sia Monti che Letta, ad un certo punto hanno finito le cartucce, e adesso pare che anche Renzi le stia finendo, e senza aver colpito bersagli in modo significativo, e commettendo anche qualche grossolano errore, sul Senato, sulla scuola e sulla legge elettorale. Strumenti storti che poi qundo si dovrà governare con essi, ci si accorgerà di quanti danni produrranno nel tempo. Solo se ci sarà la volontà e la capacità di riconoscere gli errori, e di correggerli, allora si potrà sperare in un miglioramento continuo. C'è da imparare anche per la Grecia. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Sab 4 Lug - 13:59 | |
| - einrix ha scritto:
- Solo se ci sarà la volontà e la capacità di riconoscere gli errori, e di correggerli, allora si potrà sperare in un miglioramento continuo. C'è da imparare anche per la Grecia.
Per riconoscere errori occorre che coloro che si (auto)propongono a governare siano disposti a fare revisione, critica e, soprattutto, a dare ascolto a quelli che si espongono all'attenzione della nazione. Chiudersi a riccio o ricorrere ad aumentare l’IVA (altra bella e facile soluzione) per tappare momentaneamente qualche buchetto non è da politici, è solo da avventurieri ... ed in Grecia, forse, hanno imparato dall'Italia. "adesso pare che anche Renzi le stia finendo, e senza aver colpito bersagli in modo significativo, e commettendo anche qualche grossolano errore, sul Senato, sulla scuola e sulla legge elettorale" (einrix) Non sono cose di poco conto, né da affidare a chi vuole fare di testa sua o che gode di una maggioranza parlamentare nella quale trovano posto molti inquisiti e pregiudicati! |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: Noi, ad Atene, facciamo così Sab 4 Lug - 14:48 | |
| C’è una dose esorbitante di ipocrisia quando si sostiene che Tsipras non ha fatto niente, perché niente poteva fare. L’unica ricetta compatibile con lo sviluppo e il benessere è la drastica ristrutturazione del debito e le conseguenti perdite per i creditori che hanno speculato a lungo sull’indebitamento greco. Tertium non datur. Così come i Monti, i Letta e i Renzi possono impoverire ulteriormente l’Italia senza procurare un solo fremito di speranza di crescita. Come se non la crescita, ma il ripianamento del debito fosse l’unico, commendevole obiettivo. In economia, esistono gli investimenti sbagliati e le perdite. Qualcuno avverta il FMI che stavolta devono accontentarsi di spiccioli spalmati per decenni, come ha fatto l’Europa con la Germania del dopo riunificazione, senza che a nessuno venisse in mente di tacciare i tedeschi di essere dei parassiti. Le uniche politiche sagge sono la lotta trasparente alla corruzione e all’evasione fiscale, i veri baratri dove scompaiono le risorse di un popolo. E le banche pubbliche per gli investimenti e l’innovazione, una cosa di cui la Germania si è dotata, non il credito speculativo. Tariffe alte e salari bassi sono una specialità dei paesi governati male, dove la ricchezza viene incanalata in pochi rivoli privilegiati, lasciando briciole di assistenzialismo ad una maggioranza che, priva di alternative, si vede anche additare come amorale e corrotta. Come succede ai giovani dei paesi di mafia, il cui presente e il cui futuro sta nelle mani dei padroni del loro territorio. Oltre alla scelta di andarsene, come fanno molti greci e molti italiani, quali altre scelte hanno? Eppure, c’è tanta gente pronta a sfoderare il pistolotto sulla natura antropologica della passività meridionale, mentre non si accorgono di reiterare la razzistica mentalità coloniale che accredita i ricchi e potenti di superiori doti morali. La politica dovrebbe mitigare le disuguaglianze, combattere la forza col diritto, offrire possibilità di scelta, non il destino segnato dei sudditi di un sistema che non si può scardinare da soli. Sostenere che Monti è stato virtuoso e Tsipras inconcludente è solo voler pervicacemente confondere lo scopo di un’azione di governo che, fino a prova contraria, dovrebbe essere lo sviluppo della propria nazione, e non il plauso del sistema creditizio internazionale. Restituire ad oltranza tranches di debito, sottraendo quei fondi allo sviluppo, renderebbe giusto quel governo, o solo complice di una ingiusta spoliazione di massa? Ci sono momenti in cui vita ed economia divergono, economia e giustizia divergono, politica e diritto si accavallano, e diventa giusto fare tabula rasa. Non si azzeravano così anche gli ingiusti arricchimenti di guerra? |
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