C'era una volta una generazione che, dopo la guerra più devastante della storia, si chiedeva come fosse stato possibile che un'Europa civilissima avesse potuto arrivare a quel punto. Una generazione che sui banchi di scuola leggeva di Goethe e di Voltaire, di Balzac e di Mazzini, anche se aveva solo pochi accenni a Gramsci e Russell, a Pound e a Pavese, vedeva bene che l'800 e i primi anni del XX secolo avevano dato una coscienza storica diffusa, mai esistita prima. "Coscienza critica" e non più soltanto "conoscenza erudita", patrimonio di classi privilegiate: questo era stato il ruolo e la conseguenza più importante dellla sinistra, sia liberale, sia soprattutto socialista. Com'erano stati possibili Weimar e il nazismo, e le leggi razziali mussoliniane, e il franchismo, nella civilissima Europa, si chiedeva quella generazione. Si chiedeva anche come fosse stato possibile che il nazismo, e i suoi derivati, avessero trovato ascolto e simpatie, e miope acquiescienza, anche in quei paesi, come gli USA e la Gran Bretagna, la Francia e l'Olanda, la Svezia e la Norvegia, che sarebbero diventati poi i suoi nemici: c'era la risposta, di matrice marxista, imperniata sul capitalismo e l'imperialismo, certo, che però si soffermava sul "cosa" e assi meno sul "come" e sul "quanto", che venivano derubricati nella categoria delle umane pulsioni e della sovrastruttura culturale. Un limite permanente della sinistra, ormai lo sappiamo.
Oggi abbiamo la possibilità di vedere in diretta come possa succedere, e ripetersi, lo stesso fenomeno, apparentemente inspiegabile. Anzi, ancora più inspiegabile, in un mondo che ha conoscenza e coscienza a portata di Wiki, basta un click. Di nuovo fili spinati, lager, pogrom, violenze e genocidi, nell'indifferenza generale, con l'accompagnamento della realpolitik, mentre nel salone delle feste del Titanic si balla e nelle cabine si fa l'amore, come segno di libertà. Anche oggi sono i giovani cuori ardenti, o almeno pulsanti, quelli che si lasciano attrarre dal fascino delle croci e delle mezzelune uncinate, e dall'uso più perverso di un pronome per altri versi bellissimo: noi - Gott mit uns.
Domenica, 1° settembre del '39, i berlinesi che passeggiavano per le strade piene di sole, videro passare le trupppe dirette verso il confine polacco. Sorrisero, si guardarono incuriositi, poi continuarono a entrare ed uscire dalle botteghe di delicatessen.