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 Da Craxi a Grillo

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MessaggioTitolo: Da Craxi a Grillo   Da Craxi a Grillo Icon_minitimeMar 21 Mag - 1:09



E’ vero, Flavio, tutto è cominciato con Craxi. Erano gli anni ottanta ed i socialisti avevano scoperto il modo di depredare i fondi pubblici, certi di farla franca , convinti che non ci fossero conseguenze economiche e sociali, nella beata e ignorante superficialità dei politicanti di carriera.
Berlinguer aveva già lanciato il suo allarme sulla “questione morale”, e Pannella aveva coniato il suo neologismo di maggior successo, la “partitocrazia”.
Tra le tante nefandezze della democrazia cristiana, non c’è mai stata la sfrontatezza piratesca dei loro successori. Come diceva Montanelli, mangiavano, ma sapevano stare a tavola.
Dopo vent’anni di berlusconismo, persino i socialisti d’antan stanno assumendo un alone romantico, una belle èpoque della mazzetta, signorile e raffinata, rispetto alle paghette della prole leghista, ai tesorieri beceri e ingordi, alla protezione civile trasformata in distributore di appalti senza gara, alle carriere politiche concesse come remunerazione per servizi resi, allo sbrago cortigiano da cui siamo appestati come in un girone dantesco.
Craxi fu il primo ad esercitare in piena aula parlamentare la sua chiamata di correo, ed il primo a sottrarsi alla giustizia, pretendendo di derubricare i reati in espedienti necessari per sostenere i costi della politica.
Peccato che, anche se molti ancora lo ritengono uno statista, un politico che avalli tali espedienti dimostra di non avere nessun senso delle istituzioni, creazioni fragilissime, che si reggono solo sulla legalità e sulla trasparenza.
Dopo, una occasione persa dopo l’altra, la sinistra ha consegnato il proprio scalpo alla vendetta postuma dell’esule di Hammamet, già allora rancoroso verso la supposta superiorità morale dei comunisti e insofferente verso quella dichiarazione di diversità, rivelatasi del tutto fallace.
In quegIi stessi anni, il giovane Grillo sbertucciava i socialisti sul palco di Sanremo, troncando così la sua carriera in tutte le televisioni della repubblica.
Un editto bulgaro senza titoli di prima pagina, in stile prima repubblica, ma foriero di conseguenze molto più imprevedibili, l’incubatore della futura opposizione dal basso. Internet ha fatto il resto.
L’opposizione dal basso è quello che ci è rimasto, anche se incarnata da un comico, coi suoi attributi apolitici, il suo linguaggio urlato, la sua approssimazione sregolata e l’imprevedibilità del dilettante di talento.
Eppure, tutto questo riesce ad essere pressocchè potabile se paragonato agli stupori aristocratici della Finocchiaro (“Ma cosa vogliono questi?”, davanti ai dimostranti in piazza Montecitorio), al sindacalista Epifani che disdegna la piazza della CGIL, ai presidenti della repubblica che pilotano le maggioranze parlamentari, al vuoto senza appigli che il partito erede della sinistra italiana chiama stato di necessità e senso di responsabilità.




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