Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mar 22 Dic - 21:50
Ma sì, cara Myos, era chiaro che tu ti riferissi al potere coercitivo e repressivo, sia pure in senso lato.Einrix, come lui stesso sottoliena, è interessato soltanto all'altro, che sarebbe più corretto chiamare "facolta", o anche "possibilità di fare", nelle quali tuttavia esiste spesso un esercizio coercitivo verso le diverse componenti di un'organizzazione ai fini del raggiungimento del risultato "benefico" - il che ripropone in sacala e in dioemsione diversa l medesimo problema di come e quanto condizianare o conculcare la libertà altrui - caso limite, lo schiavismo per realizzare opere di pubblica utilità. Ma in realtà il discorso era un altro, e solo grazie a Einrix si trova ora inchiodato nell'ambito "etico".
Il sesso, l'eros hanno un lato etico, ma hanno anche, forse soprattutto, un lato estetico. Come in molti altri comportamnti umano, esiste una categoria del "giusto" alla quale si arriva non attraverso il calcolo dei doveri, ma attraverso il senso di opportunità, la coerenza estetica, l'armonia delle identità e l'esercizio misurato e pulito delle proprie facoltà, e in certi casi del proprio "potere". Non voglio farla troppo lunga, e poi ho già detto abbastanza nei miei post precedenti. Che le pulsioni sessuali, e l'eros estano, e sono comuni a tutti, è cosa ovvia, come esiste la fame, la sete, il piacere di evacuare da corpo i materiali di scarto, e tante altre cose. La differenza la fa il modo in cui queste cose si esprimo,, succedono, si manifestano. Ci sono stituazioni, luoghi, momenti, ruoli che inducono, o costringono, a gesti - a una "eststica" - sgradevole. Tutto qua. Un'estetica che rende una carezza o uno sguardo o una parola più sgradevoli, rispetto ad altri momenti, altri ruoli, altre situazioni.
C'è poi un discorso che può riguardare il rapporto tra etica ed estetica, laddove l'etica assume e fissa le sue regole in base a un consolidato sentimento estetico, così come altre regole si basano sull'utilità, altre sui rapporti di potere, etc.
Certo, i discorsi sono complessi assai: "discorsi", al plurale, perché sono discorsi diversi. Se ogni volta mettiamo in gioco tutto finiamo col parlare di niente.
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 11:41
"Caro Enr, si possono avere concezioni profondamente diverse di cosa potrebbe essere una “società complessivamente sana”; io per esempio preferisco associarla allo sviluppo di un diffuso senso di responsabilità, ad una forma di consapevolezza individuale prima ancora che collettiva. Al contrario diffido del così detto “senso del dovere” perché lo associo alla fede in una qualche forma di ideologia".
Myosotis, ci sono molti modi di rispondere ad una stessa frase, che nelle intenzioni di chi scrive di getto significa una cosa soltanto, ma che nella percezione di chi risponde, anche in momenti diversi, ne possono avere altri. Diciamo che questa seconda mia risposta va a completamento della prima. E mi vorrei soffermare sul concetto: "consapevolezza individuale ancora prima della collettiva". Per molti, per tutti quelli che concepiscono lo stato in quella certa forma a cui vogliono pervenire, è così. Non potrebbe essere diversamente, dato che senza alcuna concezione di un contratto sociale e della relativa forma di stato, sarebbe facile vivere solo in uno stato di natura. Quindi, all'origine dello stato come noi lo conosciamo c'è di sicuro consapevolezza a priori che si mette in moto con senso di responsabilità. In democrazia sono i cittadini la parte reale dello stato, e lo stato è l'espressione virtuale-razionale delle loro volontà. Il pericolo è che diventi qualche cosa di più di una istituzione formale, e che si trasformi in qualche forma di potere personale o oligarchico, attraverso l'esercito, i partiti, il possesso di capitali, ma qui non prendiamo in considerazione questa evenienza. Qui voglio dire che oltre alla minoranza, che ha una visione ed una concezione dello stato democratico, sarà necessaria una maggioranza che trovi illuminante quella proposta, poiché risolve molti problemi relativi all'esercizio del potere ed alla vita sociale. Essendo quella la sola condizione per una legittimazione dello Stato Democratico. E' superfluo aggiungere che vi saranno individui che avverseranno quella prospettiva, in ragione di un qualche interesse metabolizzato in ideologia.
Veniamo adesso alle questioni di "contorno", quali: "perché lo associo (il senso del dovere) alla fede in una qualche forma di ideologia". La parola ideologia spaventa, perché vi sono state nel passato tante ideologie, ed alcune di esse si sono infilate nel labirinto dell'auto distruzione, specie se si associa alla parola fede, che è credere oltre l'evidenza.
Leggiamo qualche definizione, per "ideologia":
Quella più generale è: ideologia Il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale. (Treccani)
Scendendo in qualche ulteriore dettaglio: ... In seguito il termine ha assunto il significato più generico di "sistema di idee" più o meno coerente e organizzato (di volta in volta con connotazioni negative, positive o neutre) soprattutto per opera di Karl Marx e della sua critica dell'idealismo. In particolare, il termine è usato in riferimento a dottrine politiche, a movimenti sociali caratterizzati da un’elaborazione teorica, a orientamenti ideali-culturali e di politica economica e sociale. (Wikipedia)
Un catalogo di idee può essere il frutto di una elaborazione razionale di verità che trovano riscontro nella realtà, ma la storia ci insegna che talvolta quelle idee, quando non diano risposte dimostrabili, sono verità solo per chi vi crede, e credere è il verbo della fede. La fede è abbandonarsi alla visione di qualcuno che ci rivela la verità e di cui ci si fida, che è molto di più che dare fiducia a chi ci rappresenti in una democrazia rappresentativa. Ovviamente in ogni rapporto vi è una larga sfumatura di grigi, che rende difficile andare a beccare i principi, ma secondo me, così stanno le cose.
Non trovo strano che solo una piccola parte del popolo abbia idee chiare sul concetto di Repubblica e Democrazia Parlamentare (il ruolo degli intellettuali-democratici), e che ad essa vi si associ una più larga parte di quel popolo stesso, in parte perché ne comprende il significato, ed in parte perché crede nei partiti e nei valori che essi esprimono. Sarei più preoccupato se quello stesso popolo inseguisse chimere di altro genere. Sia quelle già conosciute nella storia del passato, che quelle forme nuove di dispotismo che sono nascoste nel futuro.
Per concludere, quel diffuso senso di responsabilità e di consapevolezza individuale, nella storia del mondo, non è mai stato così diffuso, com'è nelle tua aspirazioni. L'iniziativa per cambiare le condizioni materiali e sociali dell'esistenza, è di chi scopre la macchina a vapore, l'elettricità o qualche forma democratica di governo per una migliore giustizia, uguaglianza e nuove forme di libertà. Sono sempre pochi gli eletti che costruiscono l'emancipazione delle masse, e non potrà che essere sempre così, data la casualità con cui le innovazioni e le scoperti si manifestano. Lo sviluppo delle nostre attuali libertà, è iniziato nel seicento, e noi siamo ancora nella fase in cui si attuano e si applicano quelle conoscenze. Solo pochi scendono nella profondità dei significati, ed il fatto che nessuno li conosca quanto conosca i politici, gli attori e i gladiatori, dipende dai limiti di una umanità in cammino, che non sa e mai saprà quale sarà il suo destino.
Mi scuso per essere passato dal concreto, al discreto, alla metafisica del singolo individuo, ma è difficile sfuggire allo scetticismo se ad un certo punto non si da un taglio al processo razionale e lo si congela in una qualche sua forma accettabile, in attesa di ri-precisarlo alla luce di nuove esperienze, intuizioni e scoperte.
Vado a fare la spesa. Un saluto a tutti Enrico
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 18:52
einrix ha scritto:
Si può dire, essendo verità storica, che la Costituzione che ha fondato la nostra democrazia è venuta con la lotta e la sconfitta del nazifascismo. Ragione per cui, almeno i fascisti erano fuori da quel patto, per loro scelta. Come sono fuori da quel patto, sempre per loro scelta, gli anarchici, se ritengono che la loro ideologia debba prevalere, senza eccezioni o compromessi, sullo stato democratico e parlamentare in cui vivono, non ritenendosi legati ad alcun patto.
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Enr, dolcezza, la mia riflessione era volta al Potere in quanto tale e non alla struttura economica, politica e sociale attraverso cui lo si esercita.
Non era stato un tale Jeshua Hanozri che, accusato dal governatore Pilato di sedizione contro il governo di Cesare in Palestina, rispose che "ogni potere è violenza sull'uomo"; e che, per questo, fu condannato a morte?... Quanto al colonnello Chivington, agì sotto l'egida della democrazia americana di Abrham Lincoln: in suo nome e nei suoi principi a giustificazione di una delle tante efferatezze della storia, piccola ma esemplare. Per dire che i regimi democratici non si sono mai distinti dagli altri nella loro corsa alla supremazia economica e militare; o che le loro classi dirigenti abbiano mai anteposto i principi della Costituzione ai propri interessi. E, per quanto riguarda i padri costituenti, temo che la gran parte avrebbe seri problemi a riconoscersi in ciò che è diventata oggi l'idea stessa di democrazia, almeno nella loro testa proiettata verso ben altre aspettative che non l'alimentarsi delle stesse sperequazioni e disuguaglianze che avrebbero voluto superare. Passiamo agli anarchici. Quando dico di sentirmi anarchica non lo faccio per affermare la mia adesione ad una ideologia bensì per esprimere una mia, personale, assenza di ideologia. Questo non significa che io non abbia dei principi: ho dei principi, pochi ma li ho, e sono pure disposta a combattere per difenderli. Così la lotta contro il nazifascismo in Italia, ancora più contro i fascisti di Franco in Spagna, o il regime dei colonelli in Grecia, ha visto gli anarchici in prima linea a combattere e a morire per la liberazione dai regimi repressivi. Molti lavoratori e attivisti, da Sacco e Vanzetti a Pinelli, sono morti per il semplice fatto di essersi definiti “anarchici”: punizione esemplare per l'aver messo in discussione non tanto le regole, quanto i minimalia su cui il potere economico basa lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Ma questa è lstoria, dolcezza.
ciao Myos
cardif
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 19:25
Potere e dovere. Visto che ho letto, appunto quello che mi viene; per me stesso, senza intento di interferire. Il potere lo dà il ruolo. C'è chi può dare un voto in più al figlio del collega, oppure fare una valutazione equa; c'è chi può accelerare l'iter della pratica burocratica di un amico, oppure rispettare l'ordine di protocollo; c'è chi può riparare prima l'auto di un parente, oppure prima quella di chi è arrivato prima; c'è chi può riacquistare le obbligazioni subordinate del noto personaggio, facendogli pure fare un guadagno, e negarlo al piccolo risparmiatore che si suicida, oppure rispettare l'ordine delle richieste; c'è chi può spendere denaro pubblico per costruire il famoso ponte, oppure far risistemare migliaia di km di strade in dissesto. Ci sono comportamenti da tenere per legge, altrimenti si cade nel reato di abuso di potere. In questo caso è il senso del dovere a determinare la scelta: il dovere che limita e/o determina il comportamento e quindi la scelta di chi ha il potere. Il dovere di rispettare le leggi lo vedo al di sopra dell'esercizio del potere, nell'ambito di questo discorso. Altre scelte possono essere legittime perché rientrano nella discrezionalità del ruolo, e quindi condizionate da altri fattori. Qua il ventaglio è così ampio che è impensabile fare casistica, perché i fattori possono essere di varia natura. Il gradino superiore è allora la scala di valori che ha chi esercita il potere. Se il tornaconto personale in termini economici è prevalente, si opta per ciò che restituisce pecunia; se invece per qualcuno ha prevalenza l'onestà, allora è facile che la scelta sia diversa. Non credo che il 'dovere' sia un valore assoluto. Il dovere di salvare la vita di un ebreo, per esempio, doveva essere superiore al dovere di rispettare delle leggi razziali. Almeno secondo la mia scala di valori, in cui viene prima il rispetto della vita e poi quello delle leggi. Niente a che vedere con cinghiate e bacchettate, nella mia visione di 'senso del dovere'. Il dovere morale di salvare vite umane, che era nella sua scala di valori, fece fare una certa scelta a Salvo d'Acquisto, Medaglia d'oro al valore 'umano' e anche 'Servo di Dio'. Un'altra scelta hanno fatto i quattro poliziotti Enzo Pontani, Luca Pollastri, Paolo Forlani e Monica Segatto, che uccisero Aldrovandi. Era quello il dovere che loro sentivano?
cardif
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 20:15
Cardif: Ci sono comportamenti da tenere per legge, altrimenti si cade nel reato di abuso di potere. In questo caso è il senso del dovere a determinare la scelta: il dovere che limita e/o determina il comportamento e quindi la scelta di chi ha il potere. Il dovere di rispettare le leggi lo vedo al di sopra dell'esercizio del potere, nell'ambito di questo discorso.
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Legge, senso e abuso del potere, paura e soggezioni e sentimento da servi. Non da servi che servono un padrone, ma da padroni che concepiscono un servo
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 20:44
" Per dire che i regimi democratici non si sono mai distinti dagli altri nella loro corsa alla supremazia economica e militare; o che le loro classi dirigenti abbiano mai anteposto i principi della Costituzione ai propri interessi".
Myosotis, per carità. Scelgo la democrazia perché è la sola forma che concede a me, cittadino, di partecipare alla vita pubblica con pari diritti rispetto ad ogni altro. So bene che con il voto di maggioranza si può fare ogni genere di efferatezza, ma qui prescindiamo dall'uso che se ne fa.
Sul piano teorico anche una dittatura può governare benissimo, anche meglio di una democrazia, ma sono io che nel rapporto con il potere non ho il diritto di criticarlo, di sostituirlo, e questo per me è una premessa importante, una priorità dalla quale posso derogare solo per intervalli di tempo molto stretti, in tempo di guerra o durante una crisi rivoluzionaria, e senza che ciò debba essere obbligatorio. Naturalmente, se se ne può fare a meno, e se si può operare in democrazia, tanto meglio, anche se... se hai un fucile in mano, tutto il resto passa in cavalleria.
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 21:37
Caro Cardif, per Salvo D'Acquisto piu' che di senso del dovere credo che si sia trattato di martirio alla sequela del Cristo.Era un ragazzo religiosissimo e il solo dovere morale non sarebbe bastato a un giovane di 22 anni a far liberare 23 persone , a rimanere in piedi vicino alla fossa comune che era stata scavata, e a farsi fucilare. Perchè scrivi Servo di Dio tra virgolette, non è un'invenzione della Chiesa, vi è nell'A.T. il carme di Isaia del Servo di Jahvè, che per antonomasia prefigura il Cristo, ma anche tutti gli altri che seguono i suoi insegnamenti. Quando inizia una causa di beatificazione si parla di Servo di Dio. Ciao
Ospite Ospite
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 21:48
https://www.youtube.com/watch?v=9p4ltguMyHg
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 21:56
Va bene, mi arrendo. Anche se, nella veste di Admin, avrei il potere e forse perfino il dovere di spostare tutti i post sul "dovere" in un altro 3D appositamnte creato: ma me lo impedisce il senso di opportunità e una mia personale interpretazione "estetica" dei rapporti con voi tutti.
Se qualcuno è in grado di capire l'antifona, lo faccia, e avrà la mia gratitudine, oltre che un sereno apprezzamento.
cardif
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 22:42
Caro Rom, capisco il tuo punto di vista e convengo che così si sfiora tutto lo scibile. Ma non capisco come si potrebbe fare ad introdurre una soluzione di continuità, ad interrompere il fluido continuum. Natura non facit saltus ... In quanto all'apprezzamento, dipende da quanto fa in euro ....
Myosotis scrive: Legge, senso e abuso del potere, paura e soggezioni e sentimento da servi. Non da servi che servono un padrone, ma da padroni che concepiscono un servo
E' una frase con un alto valore estetico, ma in verità non ne capisco a pieno il significato. Sarei grato per dei chiarimenti ...
Cara Tessa, qua siamo nel campo delle opinioni. E' legittimo pensare che la grande religiosità di D'Acquisto sia stata sufficiente a fargli accettare il sacrificio. Io invece penso che lui aveva una sua scala personale di valori, una sua morale, che lo ha spinto. Ciascuno ha una morale, una scala di valori, di priorità o come altro la si vuole chiamare, che è abbondantemente prevalente rispetto a riti, forme e quant'altro possa essere portato a rispettare.
Se il carme di Isaia del Servo di Jahvè fosse stato un buon viatico, ce ne sarebbero stati milioni prima di Salvo D'Acquisto, anzicché Alessandro VI, Bertone e quant'altro. Ma in pochi la scala di valori coincide con lo spirito del carme che citi. Si dirà che sono gli Eletti. Può essere, ma allora gli altri non eletti che colpe hanno?
"Egli (il Servo) porterà il diritto alle nazioni"
E, nel Quarto Canto, c'è qualcosa che coincide con la vicenda di Salvo: Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori ... Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. ... Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. ... Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; ... Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l’iniquità del mio popolo fu percosso a morte. ... Ma nel resto del Canto non si vede niente che lo riguardi. Non si può credere a frasi alterne.
Ho messo le virgolette al valore 'umano' e non militare della medaglia, che è un riconoscimento laico. E poi le ho messe a 'Servo di Dio' perché volevo sottolineare che anche dal punto di vista religioso Egli era meritevole di riconoscimento.
cardif
Ospite Ospite
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 23:29
cardif ha scritto:
Caro Rom, capisco il tuo punto di vista e convengo che così si sfiora tutto lo scibile. Ma non capisco come si potrebbe fare ad introdurre una soluzione di continuità, ad interrompere il fluido continuum.
Io sono sempre stato uno dei più fervidi sostenitori dell'Off Topic, l'ho ampiamente praticato. E i discorsi sui massimi sistemi mi affascinano, così come quelli sui principi e sulle ideologie. Ma so distinguere caso da caso, e imparo a conoscere i miei amici, e i miei interlocutori.
Ci sono situazioni nelle quali prendere la tangente dei massimi sistemi non è un fluire della corrente del pensiero, ma un modo per non affrontare l'argomento: nel caso presente, non credo che la fuga sia dolosa, frutto di una volontà, ma certo lo è di un istinto, che non sto qui a definire perché desidero rimanere nei toni della leggerezza discorsiva.
A conti fatti, dopo diverse pagine di discussione, io non so nulla di cosa pensano, anzi pensate, di quel fatto specifico, e del comportamento dei preti. Poi - ma questo è un fatto personale e soggettivo - meno ancora ne so di quello che pensate su quanto ho cercato di dire io, nel "fluire" dal mio primo post iniziale del 3D in quelli miei successivi. Essendo che questa mia visione personale e soggettiva è stata la ragione per cui ho iniziato il 3D, è comprensibile che a me appaia di qualche rilievo.
Ospite Ospite
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 23:31
cardif ha scritto:
Caro Rom, capisco il tuo punto di vista e convengo che così si sfiora tutto lo scibile. Ma non capisco come si potrebbe fare ad introdurre una soluzione di continuità, ad interrompere il fluido continuum. Natura non facit saltus ... In quanto all'apprezzamento, dipende da quanto fa in euro ....
Myosotis scrive: Legge, senso e abuso del potere, paura e soggezioni e sentimento da servi. Non da servi che servono un padrone, ma da padroni che concepiscono un servo
E' una frase con un alto valore estetico, ma in verità non ne capisco a pieno il significato. Sarei grato per dei chiarimenti ...
Un alto valore "estetico"? hai capito talmente bene il significato di quanto scrivo da buttarla in caciara perchè non hai una risposta pre-confezionata. E' impossibile che una persona intelligente come te non capisca il senso di questa affermazione. Myos
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mer 23 Dic - 23:48
Cara Myos è Cardif che ti chiede la spiegazione della frase dall'alto contenuto estetico, manco io ci ho capito niente, se volevi farti capire saresti stata piu' chiara.Qua fluiscono notte e stanchezza.
Rom mi pare che tu ci dica che siamo andati sempre Off Topic, ma qua non si sa piu' niente dei protagonisti, dove andiamo in biblioteca? Le ultime novita' riguardavano la Francesca Immacolata che diceva di non poter andare alla Leopolda perchè era incimta ( non sappiamo ancora di chi) e postava l'ecografia ,( un sintomo di pazzia, a noi che interessa?). Qualche giorno prima Gasparri le diceva che faceva schifo, e lei rispondeva che pagava le tasse per un asino come lui per farlo stare in parlamento, del Mons.Balda non ho notizie, ma è passa to tempo, tu vuoi dire che dobbiamo parlare sempre del sesso dei preti, e alcuni si', altri no, abbiamo detto quello che pensavamo,cambiamo discorso, cambiamo 3D. Ciao,buonanotte.
Ospite Ospite
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Gio 24 Dic - 0:07
tessa ha scritto:
Cara Myos ....Qua fluiscono notte e stanchezza. .....
Cara tess, che te lo dico a fa' mi accuccio prima di subito, mi leggo qualcosina e poi domani si vedrà un bacio, myos
cardif
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Gio 24 Dic - 0:22
Rom, tu stesso hai scritto: "... non ci sarà mai dato di essere certi di come siano andate le cose davvero, ...Ma davvero c'importa di sapere se in quell'albergo sia stato consumato un amplesso irrituale? ... Li chiamiamo "scandali": ma dov'è lo scandalo? Dov'è la meraviglia?"
Certo, hai scritto altro, ma avviene di solito che chi legge è colpito da una singola frase. Infatti se dopo un po' si rilegge un messaggio si notano cose sfuggite in prima lettura. Almeno a me capita.
Comunque io, nel mio piccolo, ti ho risposto subito: "Infatti che scandalo è? Se ne parla solo perché collegato alla vicenda giudiziaria sul diritto all'occultamento dei misfatti di ecclesiastici."
Poi s'è detto tant'altro. E' come le ciliegie: un'osservazione tira l'altra. E siamo arrivati qua. Adesso se non rispondo a Myosotis mi sembrerebbe di essere scortese. Se non altro devo ringraziarla per avermi dato dell'intelligente. Sarei tentato di chiedere in che senso la 'butto in caciara', ma forse non è importante. E c'è pure quel fatto che io avrei risposte pre-confezionate: come potrei se non so cosa scrivono gli altri?
Comunque è giunta l'ora delle decisioni irrevocabili
in questo 3D non scriverò più
cardif
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Gio 24 Dic - 1:32
Caro Cardif, ma anche Myos ci ha detto che è stanca ed è andata a dormire. Mah, buttarla in caciara penso che voglia dire creare un O.T. perchè li' per li' non si sa che dire. Ma un po' tutti hanno delle risposte preconfezionate a qualche argomento, non parlavamo dell'Alaska, tanto per dire, ma cmq eravamo stanchi, da un lato si scrive, dall'altro ci dicono cosa diamine stiamo scrivendo. Non te la prendere. Speriamo che l'Admin crei un altro 3D.
Myos. perchè da qualche tempo sei un po' contorta quando scrivi? Dobbiamo rileggere il periodo due volte? Meglio la brevitas cesariana.Un abbraccio.
Ultima modifica di tessa il Gio 24 Dic - 2:15 - modificato 1 volta.
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Gio 24 Dic - 1:39
cardif ha scritto:
Poi s'è detto tant'altro. E' come le ciliegie: un'osservazione tira l'altra. E siamo arrivati qua.
Appunto, amico mio, s'è scritto tanto d'altro e siamo arrivati qua: e anche io scrivo rispondendo a quello che s'è scritto. Anche il mio è un fluire del pensiero, e del discorso, la mia è un'osservazione tirata dalle altre
Non mi sentivo di aggiungere nulla sul tema del potere e del dovere: o meglio, avevo tentato di riconnettere questo tema al caso specifico dei preti, ma poi ho visto che era trasceso a livello dei concetti generali, sui quali avrei da dire fin troppo.
Se hai da fare a botte con Myos, fallo. E' da tanto che qui manca una sana rissa a calci e pugni
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Gio 24 Dic - 2:04
tessa ha scritto:
Cara Myos è Cardif che ti chiede la spiegazione della frase dall'alto contenuto estetico, manco io ci ho capito niente, se volevi farti capire saresti stata piu' chiara. * ...tu vuoi dire che dobbiamo parlare sempre del sesso dei preti, e alcuni si', altri no, abbiamo detto quello che pensavamo,cambiamo discorso, cambiamo 3D. Ciao,buonanotte.
La prima frase delle due che componevano il post di Myos era poco chiara. La seconda - non da servi che servono un padrone, ma da padroni che concepiscono un servo - mi sembra invece abbastanza significativa e semplice da capire. Comunque, vedo che anche tu desideri di vedere una bella rissa tra Myos e Cardif, dato che intervieni per mettere sale sulle abrasioni. Speriamo di vedere un po' di sangue vero.
Però, potresti essere tu a esibirti in un duello cruento, visto che hai evocato le "contorsioni" e la brevitas cesariana: hai i post di Einrix a disposizione, per esercitare la tua scimitarra tagliente su questi temi. * Be', in tutta franchezza, per commentare una vicenda fatta di sesso e soldi di prete, direi che parlare del sesso dei preti dovrebbe venire piuttosto naturale, o magari dei soldi. Sì, avete detto quello che pensavate, nel senso che avete detto quello che vi faceva venire in mente quella vicenda: nessuno si è dilungato sul concetto di "albergo" né in quello di "mamma", anche se sono parole comparse nel racconto, e questo l'ho trovato apprezzabile. Come ho detto a Cardif: come voi, anche io ho detto quello che pensavo. Non tutto.
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Gio 24 Dic - 10:29
Rom scrive: A conti fatti, dopo diverse pagine di discussione, io non so nulla di cosa pensano, anzi pensate, di quel fatto specifico, e del comportamento dei preti.
Beh! allora cerchiamo di essere veloci...
1) Un prete per me può avere la vita sessuale che preferisce e con chi preferisce 2) E tenuto a rispettare le leggi dello stato 3) Del fatto che creda in Dio e che sia ministro di rito ed educatore di dottrina non me ne importa nulla
Spero di essere stato chiaro!
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Gio 24 Dic - 18:20
einrix ha scritto:
Spero di essere stato chiaro!
Sì Einrix, sei stato chiaro, grazie della cortesia.
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Sab 26 Dic - 0:57
cardif ha scritto:
Adesso se non rispondo a Myosotis mi sembrerebbe di essere scortese. Se non altro devo ringraziarla per avermi dato dell'intelligente. Sarei tentato di chiedere in che senso la 'butto in caciara', ma forse non è importante. E c'è pure quel fatto che io avrei risposte pre-confezionate: come potrei se non so cosa scrivono gli altri?
Comunque è giunta l'ora delle decisioni irrevocabili
in questo 3D non scriverò più
cardif
Maddai, dimmelo a me... Certo, magari sarebbe d'uopo augurarvi "Buon Natale"?... E io che so n'anarchica integrale, qui lo dico e qui lo nego: cari compagni, buon natale!
Un bacio Myos
Ospite Ospite
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Dom 27 Dic - 17:15
einrix ha scritto:
1) Un prete per me può avere la vita sessuale che preferisce e con chi preferisce 2) E tenuto a rispettare le leggi dello stato 3) Del fatto che creda in Dio e che sia ministro di rito ed educatore di dottrina non me ne importa nulla
Di questo (Del fatto che creda in Dio e che sia ministro di rito ed educatore di dottrina non me ne importa nulla) a tutti non importa nulla tranne ai ... preti, che impongono la loro verità e vogliono essere ascoltati come ministri di Dio: se dicono che quella donna è il diavolo o una strega, bisogna credere che quella donna sia una strega!
Cardif, non guastarci le feste. Myosotis ha augurato pure buon natale ... che vuoi di più. Considera che fra poco ci saranno gli auguri per il nuovo anno. Mi raccomando; le decisioni irrevocabili si minacciano soltanto nelle ore fatidiche, nelle altre si continua come prima (... più di prima ... ). Poi, ci sono quelli che scrivono e che rispondono, ma ci sono anche quelli che leggono soltanto e che debbono essere considerati nelle loro aspettative. (vuol dire: taglia!) e naturalmente ti ringrazio.
Ospite Ospite
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mar 29 Dic - 16:54
p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; } ok Iafr, facimm 'ammuina
E anche questo santo natale è passato
e menomale che "evviva iddio onnipotente" e che sempre sia lodato
bacibaci Myosotis
Ospite Ospite
Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mar 29 Dic - 18:03
Il Natale è una bella festa indipendentemente dal fatto che sia cristiana o pagana. Ci si ritrova in famiglia e si sta insieme almeno quel giorno. Il mese di Dicembre è anche mese di tredicesima e regali. Sono poco attento a queste cose, ma devo dire che mia moglie compensa abbondantemente questa mia negligenza. Se non si sprecano soldi, si può essere gentili con regali simpatici o utili. E riceverne è altrettanto bello che farne. Ovviamente dipende molto dall'affiatamento che c'è in famiglia e tra gli amici. Talvolta il regalo resta ad un livello molto formale, e se c'è una ragione, va bene anche quello. Purtroppo, cara Myosotis, non passa solo il Natale, ma passa anche il tempo che ci resta da vivere. Quindi una grande felicità per le feste che passano, e per le stagioni che passano, non la provo più da tanto tempo, visto che intorno ai 75 o 77 anni dovrei essere statisticamente morto.
Per la religione, come per ogni altra forma di pensiero, sono molto tollerante, nel senso che come sono rigido nel sostenere le mie idee, così sono aperto nel riconoscere a tutti il diritto di esprimere le loro. Certo, se Al Bagdadi sostiene il diritto alla schiavitù, e regola il comportamento che un padrone deve avere con le schiave o gli schiavi, si va oltre il diritto alla libertà di pensiero. C'è un limite a tutto. Si può dibattere sulla schiavitù in molti modi, ma quando chi dibatte si trova già a vivere quel rapporto pratico, allora ciò che predomina nel giudizio non è più l'atteggiamento ideologico in se, ma qualcosa che dal mio punto di vista è già una rottura, un delitto, che porta ad uno scontro fisico, che supera nella sostanza il dibattito delle idee.
Lo stesso vale per le religioni. Se fossimo ai tempi di Giordano Bruno, la Chiesa, al di la della dottrina e della liturgia, sarebbe un nemico da abbattere. Dopo Porta Pia, è un pensiero religioso come altri, che può esprimersi nelle forme che vuole, purché non coarti qualcuno. Così anche a Natale ognuno è libero di vivere la giornata nel rispetto del suo pensiero e della sua fede, in famiglia, insieme ai parenti.
Buone feste a tutti. Enrico
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore Mar 29 Dic - 18:48
einrix ha scritto:
Il Natale è una bella festa indipendentemente dal fatto che sia cristiana o pagana. Ci si ritrova in famiglia e si sta insieme almeno quel giorno. Il mese di Dicembre è anche mese di tredicesima e regali. Sono poco attento a queste cose, ma devo dire che mia moglie compensa abbondantemente questa mia negligenza. Se non si sprecano soldi, si può essere gentili con regali simpatici o utili. E riceverne è altrettanto bello che farne. Ovviamente dipende molto dall'affiatamento che c'è in famiglia e tra gli amici. Talvolta il regalo resta ad un livello molto formale, e se c'è una ragione, va bene anche quello. Purtroppo, cara Myosotis, non passa solo il Natale, ma passa anche il tempo che ci resta da vivere. Quindi una grande felicità per le feste che passano, e per le stagioni che passano, non la provo più da tanto tempo, visto che intorno ai 75 o 77 anni dovrei essere statisticamente morto.
Per la religione, come per ogni altra forma di pensiero, sono molto tollerante, nel senso che come sono rigido nel sostenere le mie idee, così sono aperto nel riconoscere a tutti il diritto di esprimere le loro. Certo, se Al Bagdadi sostiene il diritto alla schiavitù, e regola il comportamento che un padrone deve avere con le schiave o gli schiavi, si va oltre il diritto alla libertà di pensiero. C'è un limite a tutto. Si può dibattere sulla schiavitù in molti modi, ma quando chi dibatte si trova già a vivere quel rapporto pratico, allora ciò che predomina nel giudizio non è più l'atteggiamento ideologico in se, ma qualcosa che dal mio punto di vista è già una rottura, un delitto, che porta ad uno scontro fisico, che supera nella sostanza il dibattito delle idee.
Lo stesso vale per le religioni. Se fossimo ai tempi di Giordano Bruno, la Chiesa, al di la della dottrina e della liturgia, sarebbe un nemico da abbattere. Dopo Porta Pia, è un pensiero religioso come altri, che può esprimersi nelle forme che vuole, purché non coarti qualcuno. Così anche a Natale ognuno è libero di vivere la giornata nel rispetto del suo pensiero e della sua fede, in famiglia, insieme ai parenti.
Buone feste a tutti. Enrico
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Per molte persone il natale può trasformarsi in un vuoto: può rappresentare solitudine, nostalgia, perdita.
Il mese di Dicembre è anche mese di tredicesima e regali.
Per molte persone non c'è tredicesima, non c'è pensione perché non c'è lavoro. Ma anche tra noi ci si arrangia. Ce la svanghiamo a prescindere, se c'è qualcosa che non ha prezzo, da donare: può essere una telefonata, può essere un bacio o un abbraccio inatteso
Purtroppo, cara Myosotis, non passa solo il Natale, ma passa anche il tempo che ci resta da vivere. Quindi una grande felicità per le feste che passano, e per le stagioni che passano, non la provo più da tanto tempo, visto che intorno ai 75 o 77 anni dovrei essere statisticamente morto.
Ti voglio bene, grazie:-)
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Titolo: Re: Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore
Quel pasticciaccio brutto di Francesca e il Monsignore