Pornografia

La foto del bimbo siriano, steso morto sulla spiaggia, è pornografia giornalistica allo stato puro.
E' probabile che alcuni operatori dell'informazione siano sinceri, e abbiano ottome intenzioni, quando decidono di pubblicare immagini traumatiche di questo genere.
Così com'è possibile che altri lo facciano per sensazionalismo, o per indifferenza.
Ma il problema non sono le intenzioni del singolo giornalista o direttore di giornale.
Qualunque regista di spettacoli, qualunque autore o curatore di gallerie d'immagini, sa che esiste il tema del "contesto", che ovviamente non è soltanto una questione estetica di accostamnto, ma di fusione di contenuti che avviene nella sensibilità degli spettatori, ossia nel cosiddetto "pubblico".
Nel contesto eterogeneo dei grandi mezzi d'informazione, ci sono "spettacoli" drammatici che diventano automaticamnte pornografici, cioè osceni, in quanto avulsi dal loro scenario naturale o dal "silenzio tragico" che meriterebbero.
In questo modo non si scuotono le coscienze, ma si anestetizzano, si abituano all'orrore, senza aggiungere nulla all'informazione.

Sono d'accordo con te, Rom!

Ricevere una rosa siffatta da una gran signora è forse più memorabile dell'assenso ideologico.
Grazie, Afam.

"Il termine pornografia (che deriva, mediante il francese pornographie, dal greco πόρνη, "prostituta", e γραϕία, "scritto") sta a indicare la trattazione oppure la rappresentazione, attraverso scritti, disegni, fotografie, film, spettacoli ecc., di soggetti o immagini osceni, effettuata allo scopo precipuo di stimolare eroticamente il lettore o lo spettatore"

L'immagine di un bambino morto annegato, sulla spiaggia, non è di certo bella da vedere, e se in più è di un bambino non morto per causa di un banale incidente, ma perché in fuga dalla guerra, rattrista ancora di più, per i significati che vi si aggiungono.
 
Non vi vedo nulla di pornografico, ma di triste. 

Preferisco domandarmi chi abbia voluto quella guerra, e quando troverò la risposta avrò fatto almeno una parte del mio dovere. L'altra sarebbe il chiedere di renderne conto ai responsabili. 

Quel bambino non lo chiede più. Siamo noi che restiamo che abbiamo la responsabilità di reagire.

La stampa non faccia solo cronaca, aiutandoci a capire, faccia informazione.

Il mio cordoglio va ai suoi genitori.
Buona notte.
Enrico.

Einix, sospettavo che la pornografia avesse a che fare col sesso.
Del resto, però, anche i bambini hanno a che fare col sesso: non hanno ancora inventato un sistema diverso per produrli.

Ma cosa avrà fatto scattare in me la folle idea di definire quelle immagini "pornografiche"?
Forse la morbosità presente o indotta nello spettatore, tipo: la pornografia sta al sesso come l'esibizione di un cadavere sta alla morte.
Con una differenza, che la pornografia può essere anche divertente e allegra, l'esibizione di un cadavere no.
Che ne dici?

Gli stati coscienziali di ciascuno non coincidono neppure nei regimi totalitari, quindi non mi meraviglia che vi siano molle che fanno scattare qualche concetto in uno, ed altri concetti in altri. Del resto è per questo che ci confrontiamo, proprio per depurare, attraverso il dialogo tutti quei malintesi o maldetti che entrano nella comunicazione. Il bello della democrazia è che possiamo farlo, mentre nei regimi totalitari la comunicazione può scendere solo dall'alto.

Ho compreso quale fosse il tuo indubitabile intento, caro Rom, ma ho voluto fare delle precisazioni, chiedendomi e chiedendo perché una immagine così possa emozionarci senza farcene  comprendere le ragioni. E qui interviene il ruolo di quel quarto potere, che è la stampa, tutt'altro che indipendente dal potere economico, e talvolta dal potere del Governo. Quando ciò che accade ci appare confuso, dipende dal racconto che la stampa fa, non sempre congruente, e più spesso lacunoso, in quelle parti in cui interviene la (auto)censura.

Immagini come quelle, possono essere una crepa nel muro del recinto virtuale che di fatto ci tiene prigionieri.