| | L'uomo che salva i fiori | |
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Autore | Messaggio |
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Ospite Ospite
| Titolo: L'uomo che salva i fiori Mar 22 Mar - 15:23 | |
| La bellezza portata come un trofeo, dall’uomo che scappa lungo i binari della metro. E’ un’mmagine di normale priorità per il bello e per i sentimenti legati al bello. Chi vorrebbe sconvolgere queste priorità è già stato battuto da una civiltà ordinata, che non pensa al terrore come status quo delle vite terrene. E’ tutto così acre, eppure così soft ,in quel tunnel rapito da un cellulare. Una scena vista in tanti film, tanto da risultare consueta: i bimbi gridano, gli adulti tacciono, in un circuito di comune consapevolezza dell’emergenza. Le città, ormai, sono queste: il campo di gioco di scenari filmici, la comunanza di una società di vittime potenziali, l’obiettivo di lusso degli esibizionisti del terrore. Quante volte mi sono chiesta, seduta su un treno pendolare o nella carrozza della metro, “scoppierà una bomba?”. Le facce dei miei vicini, chini sullo schermo di un cellulare, i bimbi irrequieti tra le mani di mamme di tutte le razze, gli impiegati supponenti nei loro completini firmati, tutta quell’umanità distratta e patetica, cosa sarebbe diventata dopo lo scoppio delle bomba? Mi preoccupavano solo i bambini, gli altri avrebbero probabilmente dismesso ogni costume sociale, divenendo solo vittime indiscriminate, uomini e donne. La società ingiusta che presiedeva ai loro destini ricacciata dietro il livello primario della vita e della morte. Perché tutto è emendabile, salvo la morte. Dietro il mazzo di fiori, la processione di chi si chiede di quanta colpa possa caricarsi, quasi una sindrome di Stoccolma virtuale, una conversazione con il nemico, di cui si teme la disperazione e l’onnipotenza. Si torna fuori, sotto il cielo visibile degli umani e lo skyline del sistema. Ma, quante minacce sono rimaste nel buio di quel tunnel, e quante altre sono rifiorite nella chiara ed energica organizzazione della società superficiale? Per ogni bomba ingiusta, ci sono decine di piccole macchinazioni politiche e burocratiche che mortificano la vita di quei passeggeri metropolitani, vittime designate di potenti passacarte o di fanatici armati, egualmente indifferenti alla loro sorte. Non sappiamo se quei fiori sono arrivati a destinazione, sappiamo solo che la loro vista ci ha liberato dalla mortificazione. Anche se fosse stato solo un fattorino ligio al proprio lavoro, l’idea che i fiori facciano indissolubilmente parte della nostra vita ci rincuora più dei vigili del fuoco che rimbrottano i passanti, che spingono fuori i superstiti e prendono possesso del campo. Dettagli. I kamikaze rifiutano i dettagli, riducendo tutti gli uomini a falsi idoli. Noi, che amiamo gli uomini e abbiamo a cuore ogni singolo destino, viviamo di dettagli. Sono i dettagli che tengono lontano il terrore, e che sconfiggono miseramente chi vuole imporcelo. |
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| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Mer 23 Mar - 9:24 | |
| - Lara ha scritto:
- ...
Dettagli. I kamikaze rifiutano i dettagli, riducendo tutti gli uomini a falsi idoli. Noi, che amiamo gli uomini e abbiamo a cuore ogni singolo destino, viviamo di dettagli. Sono i dettagli che tengono lontano il terrore, e che sconfiggono miseramente chi vuole imporcelo. Si, Lara: il bello, la tenerezza, i colori, i profumi, la musica, l'arte, la poesia, la cultura, i fiori, i sorrisi, i desideri, la gioia, l'amore fanno la vita. |
| | | flaviomob
Età : 53 Località : Monza
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Gio 24 Mar - 11:03 | |
| Ho vissuto dalla parte dei bambini, o dei ragazzini se volete, la strage di Parigi. L'attentato penultimo scorso. Ero educatore in una scuola media, facevo "una specie di" sostegno e in una seconda durante l'ora d'inglese si è scatenato "il dibbattito"... Mi sono reso conto di come i più piccoli vivano in un mondo fatto di paure e paranoie, di distorsioni, di filmati violentissimi e disumani su youtube accessibili praticamente a tutti, sgozzamenti e decapitazioni comprese, che per me sarebbero stati inimmaginabili a dodici anni. C'era la ragazza filippina che mi domandava perché ci odiassero, il suo compagno che sosteneva che "bisognava sterminarli tutti", quello che gli si opponeva, la prof che parlava delle esportazioni di armi occidentali e russe. C'era stato il minuto di silenzio per le vittime di Parigi, che mi aveva fatto pensare su quanto valga una strage, sul piano informativo, comunicativo, sociale e politico: ci identifichiamo nelle vittime di Parigi ma ignoriamo o sorvoliamo su quelle di Kobane, di Istanbul o di Raqqa. Noi e loro. I nostri giornali che logicamente ci dicono che hanno torto "loro". I loro giornali che logicamente ci dicono che abbiamo torto "noi". Un non dialogo tra sordi. Un mondo immondo. I nostri fiori, i bambini, recisi nell'anima. | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Ven 1 Apr - 20:59 | |
| Flaviomob.
Non so davvero se i bambini più piccoli vivano in un mondo di distorsioni con filmati su youtube di sgozzamenti e decapitazioni, visto che le loro playstation sono tali e quali, eliminato un nemico, ne compare subito un altro e si spara all'altro, e poi ne ricompare sempre un altro, i bambini sono abituati ad uccidere e a vedere uccisioni, che andrebbero a comprare col papa', Pollicino o Biancaneve e i sette nani? Certo, si deve prendere atto che ciascuno di noi interagisce col mondo circostante, qui a Roma ci sono già preparazioni per il derby di domenica, gli amici che si raggruppano, che vanno, qualche rimbrotto di mogli e fidanzate, la città che va, la vita che continua... |
| | | flaviomob
Età : 53 Località : Monza
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Sab 2 Apr - 9:14 | |
| I giochi in cui si eliminava un nemico li abbiamo avuti anche noi del '70, certo erano primitivi ma esistevano. Quando ero piccolo ci furono polemiche su un cartone animato giapponese, Goldrake, tali da determinarne la sospensione dai programmi tv. Altra cosa è poter assistere a undici anni allo sgozzamento autentico di un essere umano su youtube, magari in casa da solo senza neppure la vicinanza di un adulto. Altra cosa è essere consapevoli che quelle immagini rappresentano la realtà, senza però avere la coscienza che si tratta solo di una parte della realtà: ovvero che le centinaia di migliaia di innocenti uccisi dagli occidentali non appaiono così in video, nella loro singolarità, nella loro impotente umanità. Logico poi che un bambino entri in una spirale aberrante e aderisca ai messaggi più retrivi della demagogia populista: eliminiamoli tutti, ne abbiamo il diritto, dobbiamo proteggerci; o noi, o loro. Se aderisci a quell'età, non ne vieni più fuori. | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Sab 2 Apr - 18:19 | |
| Flaviomob.
Hai scritto :Se aderisci a quell'età non ne vieni piu' fuori. Non è detto, dipende dalla formazione dell'Io, se l'Io è ben strutturato non ne vieni piu' fuori, ma se l'Io non è ancora formato puoi venirne fuori. Ciao |
| | | flaviomob
Età : 53 Località : Monza
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Lun 4 Apr - 0:32 | |
| Difficile, dipende da tanti fattori: famiglia, informazione, amici, cultura. Dalla paura, soprattutto. | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Lun 4 Apr - 2:16 | |
| Flaviomob.
Certo, caro Flavio, è difficile la formazione dell'Io, soprattutto deve imparare a eliminare, o a gestire, le angosce e l'ansia che lo attanagliano.La strutturazione dell'Io è un processo complesso. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Lun 4 Apr - 9:11 | |
| - Micol ha scritto:
- Certo, caro Flavio, è difficile la formazione dell'Io, soprattutto deve imparare a eliminare, o a gestire, le angosce e l'ansia che lo attanagliano.La strutturazione dell'Io è un processo complesso.
In questo processo di formazione (per bambini di 7-10 anni) debbono essere inserite tutte le parole e le spiegazioni degli adulti e quelle dei compagni, senza trascurare, poi, le immagini che essi possono vedere dal vivo o tramite i diversi canali. Certamente su youtube appaiono video liberi e, forse, senza censura; la loro riproposizione nelle TV, invece, dovrebbe essere autorizzata dalle varie Commissioni nazionali, le stesse che, per come lascia intendere flaviomob, dovrebbero informare anche sugli effetti dei bombardamenti sulla popolazione civile, altrimenti i membri di queste Commissioni, chiudendo gli occhi sulla realtà, non meritano i lauti stipendi che percepiscono. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Lun 4 Apr - 10:55 | |
| Se ho ben capito, il tema è la rappresentazione della violenza, fin dal post iniziale di Lara, che sfiora in più punti quella che personalmente ritengo che sia la sostanza dellla questione.. La rappresentazione, più che la violenza in se stessa. Più precisamente, l'impatto che può avere la rappresentazione sulla psiche degli individui, specialmente dei più giovani, i meno formati.
L'impatto della tecnologia audiovisiva. Questo è un problema che mi posi al tempo in cui l'avvento delle televisioni commerciali moltiplicò, o almeno rese alluvionale, la diffusione degli spot pubblicitari, in concomitanza con l'evoluzione tecnologica che rendeva realizzabili effetti speciali precedentemente impensabili, se non altro perché più laboriosi e costosi. Tutta la rappresentazione audio-video era (e sempre più è diventata nel frattempo) improntata alla dissoluzione della realtà, e alla destrutturazione della sequanza logica e cronologica dei fatti, e degli stessi "gesti" umani e dei fenomeni fisici: oggetti che si frammentano e si ricompongono, si innestano l'uno nell'altro e si deformano, e l'uso del rallentamento e dell'accelerazione "innaturali", e le infinite possibilità del "rewind" e della manipolazione. Tutto ciò - come se non bastasse la rappresentazione televisiva - è stato messo a disposizione nei comuni programmi dei personal computer, sia come accesso ai filmati, sia come funzionalità operativa.
Mettendo a confronto, in modo ovviamnte empirico, i comportamnti che vedevo, soprattutto da parte dei più piccoli, con questa fenomenologia audiovisiva emergente, mi convinsi che stavano cambiando effettivamnte alcuni meccanismi psichici e sensoriali, nella percezione della realtà, che è poi l'antefatto per la percezione del mondo. Mi convinsi, specificamente, che stava cambiando il concetto stesso del "fatto", e dei suoi allegati: il concetto di "prima" e di "dopo", il concetto di "irreversibilità", la distinzione tra "immaginario" e " materiale", tanto per citarne alcuni tra i più immediati. E che tutto ciò avveniva a livello di psiche, cioè, a dirla in termini informatici, a livello di Bios e Sistema Operativo.
A conferma di questo, mi sorpresi io stesso a comportarmi di conseguenza, benché mi ritenessi al di fuori dell'età "vulnerabile". In certe situazioni spiacevoli, avvertii l'istinto di cercare, quasi, un telecomando per "tornare indietro" facendo rewind. Una volta, per scacciare una mosca posata sul monitor del PC, mossi il cursore (la freccetta) col mouse, come se la mosca fosse fatta di pixel, o come se la freccetta fosse uno scacciamosche reale. Questi equivoci, per me, durarono attimi fuggenti, e divertenti. Ma...
Realtà e rappresentazione
La funzione dell'autore.
La violenza, vista o raccontata, è sempre esistita, lo sappiamo. Le favole che ci narravano da bambini sono piene di evocazioni sanguinarie e orripilanti. I racconti successivi, avventurosi, ugualmente sono fatti di guerre e di duelli, di catastrofi e di mostruosità, di mondi crudi, di odio e di vendetta, tradimento e morte. Ma tutto era "mediato". Il racconto stesso, in quanto tale, era una mediazione: il bis-nonno che ci raccontava della vita in trincea nella Grande Guerra, in cui si mangiavano topi, e ci si tagliava via il dito di una mano con la baionetta, per essere esentati dall'andare a morire sotto un rotolo di filo spinato, o il cuscino messo sul viso dell'amico con le gambe amputate, per mettere fine al suo tormento. Il mio bisnonno mi raccontava tutto questo, e sul quel viso rugoso e duro spuntavano lacrime, dopo un mare di anni da quei fatti. Non c'era solo la mediazione, c'era anche il senso del tempo, il senso della distanza e della diversità. E c'era, nell'atto stesso del racconto, anche un commento intrinseco, che dava un senso non solo ai "fatti", ma anche al momento stesso, alla ragione di quel racconto, e al rapporto tra il narratore e l'ascoltatore. Un meccanismo che, nei suoi tratti essenziali, si può estendere tanto ai film che si vedevano al cinema, quanto all'Iliade e l'Odissea, o ai romanzi che si leggevano rannicchiati su un divano di casa.
L'impatto personale con la realtà, senza filtri, c'era ugualmente- la realtà quotidiana, spesso cruda, anche se raramente sanguinaria. Ma questa realtà vissuta direttamnte si mescolava con quella mediata, tanto più quando quella mediata non era fatta soltanto dai racconti dei più grandi, ma anche dalla letteratura e dalle rappresentazioni d'altro genere. E' così che si generava la "cultura", che appunto non è un semplice accumulo di "informazioni" (di input elemetari) ma stratificazione di idee, di racconti, di rappresentazioni e di sentimenti mediati, che si aggiungono e si mescolano a idee, sensazioni e sentimenti percepiti direttamente.
La comunicazione attuale ha l'illusione - o vuole dare l'illusione - di essere tanto più "democratica", quanto meno è "mediata": la presa diretta, l'intervista, la telecamera on the road, "i fatti separati dalle opinioni" (una suggestiva sciocchezza), gli eventi "live", e tutto il resto che vediamo - per esempio i filmati nelle edizioni on-line dei quotidiani, che stanno sostituendo gli articoli scritti. Il trionfo del concetto di "reality" nella comunicazione, si sta rivelando in effetti l'apoteosi dell'irrealtà, o meglio della rinuncia a un'intepretazione della realtà. Questo ha come conseguenza che l'informazione richiede e produce elaborazione sensoriale, molto più che elaborazione intellettuale e culturale. "Sapere" produce quasi esclusivamnte sensazioni, e lo scopo stesso dell'informazione sembra essere quello di generare sensazioni tanto più personali, quanto più sono elementari e violente - il che equivale a dire (insegnare, indurre a sentire) che se un sentimento non è elementare e violento, non è un sentimento degno di considerazione, o semplicemente degno di esistere.
Il seguito del discorso consiste nel mettere insieme questa "sensorialità" con la destrutturazione spazio-temporale indotta dalla tecnologia: tutto appare drammatico, e allo stesso tempo revcersibile, come se tutto fosse un gioco alla playstation. I commenti stessi ai fatti (i sentimenti) diventano un commento alla rappresentazione dei fatti stessi: i fatti esistono per il tempo che li vediamo, poi non esistono più. O, se esistono, stanno nella "programmazione" o in un file del data base: se si cambia canale o non si apre quel file, sono in stand by, o smettono di esistere. I fatti non producono più una "visione del mondo", e la loro rappresentazione non può fare altro che confermare una o l'altra delle sensazioni/idee elementari che abbiamo del mondo stesso: bello se vediamo Geo&Geo, divertente se vediamo Top Gear, tragico se vediamo una presa diretta da Gaza ... |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Lun 4 Apr - 12:39 | |
| Interessante! |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Lun 4 Apr - 19:46 | |
| ... comunque, ripensandoci, mi si sono presentate alla mente diverse cose da aggiungere a quanto detto. Per esempio, che quando piove, tutto sommato, è meglio aprire l'ombrello, e che se uno non ce l'ha bisogna che corra dentro un portone sennò rischia di prendersi un raffreddore. E poi che la vita è difficile, piena di avvenimenti imprevedibili. Ricetta per la pizza: farina, acqua, sale, lievito, olio, mozzarella, pomodoro, acciughe - questa è la pizza con le acciughe. Poi c'è quella senza, che per chiarezza vado a riassumere: farina, acqua, sale, lievito, olio, mozzarella, pomodoro.
E ora, l'angolo della scienza. E' sera, il sole non si vede più: qualcuno sa dov'è andato a finire?
E l'angolo della filosofia ce lo vogliamo far mancare? Non sia mai. Domanda angoscoisa: i soldi fanno la felicità? |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Mar 5 Apr - 15:04 | |
| - Rom ha scritto:
- Domanda angoscoisa: i soldi fanno la felicità?
Quando si è presi "dalla soddisfazione o dalle emozioni", questo è l'ultimo dei problemi! |
| | | cardif
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Mar 5 Apr - 20:03 | |
| - Lara ha scritto:
- ... tutta quell’umanità distratta ...
Il mondo intorno a noi si è ampliato enormemente negli ultimi decenni. Fatti infiniti che si accalcano e si accavallano. Sono tante le cose che ci girano intorno che alla fine una cosa ci distrae dall'altra e quindi viviamo distrattamente, inseguendo l'ultima novità di ogni cosa, dalla politica allo spettacolo ecc ecc. E capita che ci sfuggano cose importanti che riguardano noi direttamente, o almeno non le teniamo in debito conto. Vabbè, parlo per me. Dopo lo stimolo alla riflessione del 'pistolotto' di Rom, affermo una cosa di cui sono infinitamente sicuro: a me la pizza piace bianca. cardif | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Mar 5 Apr - 21:00 | |
| - cardif ha scritto:
Dopo lo stimolo alla riflessione del 'pistolotto' di Rom, affermo una cosa di cui sono infinitamente sicuro: a me la pizza piace bianca.
Anche a me. Specialmente quella bianca che si trova dai fornai, non quella di pizzeria - non so se anche dalle tue parti esiste questa distinzione. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Mer 6 Apr - 8:14 | |
| - cardif ha scritto:
- Dopo lo stimolo alla riflessione del 'pistolotto' di Rom, affermo una cosa di cui sono infinitamente sicuro: a me la pizza piace bianca.
Pizza per pizza x 3,14 (OT) C'è una pizza rustica (dai fornai) che fa spalancare gli occhi e la bocca (anche al mattino): al pomodoro e peperoni (cotti, con olio, in precedenza). |
| | | cardif
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Mer 6 Apr - 15:15 | |
| - Rom ha scritto:
... quella bianca che si trova dai fornai ... Nei forni ci trovo quella che più che altro è una focaccia, con solo una spalmata d'olio e il rosmarino (un profumo!) Io intendevo quella senza sugo ma con mozzarella, preferibilmente di bufala, con funghi porcini o prosciutto crudo o alle verdure o alla diavola. A me pare che il sugo ammazzi i sapori di qualunque altro ingrediente. Più a sud si va più è diffuso il piccante (dai peperoni al peperoncino o alla 'nduja il passo è breve). Di bruschette con la sardelle ne ho mangiate a centinaia, ma di sera e non tutte in una volta cardif | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Mer 6 Apr - 18:23 | |
| - cardif ha scritto:
- Rom ha scritto:
... quella bianca che si trova dai fornai ... Nei forni ci trovo quella che più che altro è una focaccia, con solo una spalmata d'olio e il rosmarino (un profumo!) Io intendevo quella senza sugo ma con mozzarella, preferibilmente di bufala, con funghi porcini o prosciutto crudo o alle verdure o alla diavola. A me pare che il sugo ammazzi i sapori di qualunque altro ingrediente.
Più a sud si va più è diffuso il piccante (dai peperoni al peperoncino o alla 'nduja il passo è breve). Di bruschette con la sardelle ne ho mangiate a centinaia, ma di sera e non tutte in una volta
La pizza di fornaio romana è ancora più essenziale, niente rosmarino. Ma ti assicuro che è una meraviglia, senza per questo volerla contrapporre agli altri tipi, più ricchi. Certo, c'è a Roma chi la fa meglio, chi peggio, ma la media è ottima. Calda o quasi, con la mortadella dentro, è irresistibile. Quando abitavo e lavoravo in città, a notte fonda capitava di vedersi con gli amici o di interrompere una sfacchinata in tipografia, e a notte fonda significava le 4 o le 5 prima dell'alba, cioè l'ora in cui i forni hanno già fatto il primo pane e tutte le altre specialità. Conoscevamo, nella zona, questi panifici e le loro backdoor, alle quale bussare: qualche volta trovavamo il fornaretto che, lì fuori, si stava fumando una sigaretta, o ci facevamo aprire, e insomma avevamo accesso all'antro di Efesto, denso di calure profumate, in una lieve caligine fatta di farina. Là, su un lungo tavolaccio, le teglie di pizza appena sfornata, oleosa, dorata, coi suoi granelli di sale grosso, altina, morbida alla vista e al tatto - morbida, non molle e tanto meno moscia. Qualcuno di questi forni era il retro del negozio aperto al pubblico, che a quell'ora era ovviamnte chiuso - penso per esempio a un forno grande, vicino a piazza Verbano. Ma eravamo degli habitué, ci conoscevano, e dunque eravamo autorizzati a chiedere che qualcuno andasse nel reparto pizzicheria, per procurarsi due fette di mortadella (tagliata sottile sottile, quasi vaporosa) da inserire dentro la pizza. Tutti, a Roma, concordano sul fatto che una cosa così è meglio d'una cena al ristorante, soprattutto tra la popolazione maschile - io sono convinto anche tra quella femminile, penalizzata solo dal fatto che molte considerano "poco fine" sedersi su uno scalino per addentare decimetri quadrati di delizia mortadellata. Uomini o donne che siano, coloro che manifestano perplessità sono persone sospette, forse perfino juventine. |
| | | cardif
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Gio 7 Apr - 16:13 | |
| - Rom ha scritto:
- ... ti assicuro che è una meraviglia ...
Ho l'impressione che il miglior condimento di quelle pizze era la fame, a quell'ora Certo che queste tue descrizioni fanno venire fame, anche poco dopo pranzo. Forse persino agli juventini cardif | |
| | | flaviomob
Età : 53 Località : Monza
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Ven 8 Apr - 12:59 | |
| Questa era la parte sulla pizza: e i fichi? | |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Ven 8 Apr - 14:02 | |
| - cardif ha scritto:
- Certo che queste tue descrizioni fanno venire fame, anche poco dopo pranzo.
Forse persino agli juventini
Gli juventini hanno sempre fame, è il loro orgoglio. Peccato che pensino sempre di essere l'ospite d'onore, e che il conto da pagare spetti agli altri. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Ven 8 Apr - 14:04 | |
| - flaviomob ha scritto:
- Questa era la parte sulla pizza: e i fichi?
La pizza coi fichi è cosa da burini. Cioè, buona, ma burina. A me i fichi piacciono poco, sono spesso sfatti e sempre appiccicosi. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Dom 10 Apr - 22:29 | |
| - Rom ha scritto:
- A me i fichi piacciono poco, sono spesso sfatti e sempre appiccicosi.
Quando sono così, mettili nel forno per qualche ora ... ti leccherai le dita! Puoi, poi, conservarli in un barattolo di vetro (senza comprimerli) con l'aggiunta di liquore San Marzano ... dopo qualche mese (sotto Natale) delizierai i tuoi ospiti. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Dom 10 Apr - 23:02 | |
| - iafran ha scritto:
- Rom ha scritto:
- A me i fichi piacciono poco, sono spesso sfatti e sempre appiccicosi.
Quando sono così, mettili nel forno per qualche ora ... ti leccherai le dita! Puoi, poi, conservarli in un barattolo di vetro (senza comprimerli) con l'aggiunta di liquore San Marzano ... dopo qualche mese (sotto Natale) delizierai i tuoi ospiti. Ho nel mio terreno c'è un fico che fa fa fichi neri, quelli settembrini, vanno bene da mettere in forno? Però, a parte il genere, qualche ora non è un po' troppo? Forse volevi dire minuti. Il liquore San Marzano, in questo momento non ce l'ho presente: com'è dolce, chiaro, scuro, amaro - può essere sostituito da un altro simile? Comunque, grazie dei consigli. Scomparse le nonne, bisogna fare da soli. |
| | | Ospite Ospite
| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori Lun 11 Apr - 0:43 | |
| - Rom ha scritto:
- Ho nel mio terreno c'è un fico che fa fa fichi neri, quelli settembrini, vanno bene da mettere in forno?
I fichi neri si mangiano freschi (c'è una varietà che è piccola ma dolcissima e con un peduncolo di circa 1 cm); da appassire vanno bene solo quelli verdi (internamente biondi), che puoi far seccare completamente al sole (diventano color bianco-crema) ed infornarli (privati del peduncolo) farcendoli di mandorle o di noci, con un pizzico di cannella e buccia di arancia. Cottura sui 180-190 C°: quanto basta per farli diventare marroncini (appena cotti sono duri, diventano morbidi dopo qualche mese). I fichi verdi tardivi, un po' appassiti e un po' verdi, si lavano, si privano del peduncolo e si mettono nel forno, a stretto contatto, in una teglia, per il tempo necessario a perdere acqua (anche qualche ora). Nella cottura si contraggono e si colorano di un bel marrone scuro e lucido. Preoccuparsi di girarli e di evitare che si carbonizzino: devono essere morbidi e mielosi. Raffreddati si conservano in vasi di vetro riempiti di nocino (il liquore San Marzano della Borsci – 34% vol., ottimo sul gelato - è una specie di nocino, secondo la ricetta pugliese) con il quale si amalgamano trasformandolo. Con i fichi sfatti si può fare anche la marmellata, badando a privarli della buccia e facendo a meno dello zucchero. |
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| Titolo: Re: L'uomo che salva i fiori | |
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| | | | L'uomo che salva i fiori | |
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