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 Si fa presto a dire "non è razzismo".

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MessaggioTitolo: Si fa presto a dire "non è razzismo".   Si fa presto a dire "non è razzismo". Icon_minitimeVen 17 Mag - 1:04

Per essere chiari e concreti: da appassionato dei colori giallorossi, dico che la multa inflitta alla Roma, di cinquantamila euro, è poco meno di un buffetto sulla guancia.
Anzi, è il concetto stesso di sanzione economica che dobbiamo rifiutare, perchè non dobbiamo abituarci al principio che "tutto ha un prezzo".
Non ha un prezzo l'umiliazione di una persona, soprattutto, a maggior ragione quando le circostanze la trasformano oggettivamente in una specie di linciaggio, di persecuzione pubblica.
Molti banalizzano i buu, derubricandoli a "ragazzate", così come si sono assuefatti al vandalismo, dimenticando - o fingendo di non sapere - che per comportamenti di questo genere ci sono ragazzini che si suicidano per la vergogna di essere perseguitati dal bullismo di certi loro compagni: bambini, ragazzi, italiani e stranieri, presi di mira, sbeffeggiati, insultati perché "napoletani" o marocchini, o cinesi, o semplicemente più scuri di pelle. Qualche volta - in certi ambienti - solo perché visibilmente più poveri, i "perdenti", gli "sfigati".
Si dice che tutto questo non è razzismo, ma stupidità: come se il razzismo non fosse prima di tutto stupidità e ignoranza.
Si dice anche che si tratta "soltanto" di una manifestazione di violenza verbale, di riti tribali che cementano il senso di appartenenza: come se il razzismo non fosse la più grave forma di violenza verbale, che spesso preannuncia quella materiale, e non fosse la più vistosa sopravvivenza di una mentalità tribale di chiusura verso tutto ciò che è "diverso".
Si dice anche che si tratta di vigliaccheria: come se il razzismo non fosse la più immediata forma di vigliaccheria, specialmente quando viene esercitata da molti contro uno solo, o da una maggioranza contro una minoranza.
Si dice che quei buu vengono da poveracci che non sanno quello che fanno, e in molti casi è vero: a me è capitato, anni fa, di seguire una partita della Roma in un club di Tor Bella Monaca, seduto in una platea di un centinaio di tifosi. Vicino a me un ragazzotto a un certo punto urla contro Lima, che ha appena sbagliato un passaggio, "negro di merda". Nell'intervallo lo incrocio al bar, ci parlo, e vedo che in effetti è poco più d'un ragazzino, con la faccia spaurita, timido, quasi afasico. Gentilmente gli faccio capire che quell'urlo è una cosa brutta, mi capisce e mi chiede quasi scusa. Non m'illudo di aver provocato benefici permanenti, ma è stato come aver guardato per un momento dentro un grande vuoto.
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flaviomob

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Età : 53
Località : Monza

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MessaggioTitolo: Re: Si fa presto a dire "non è razzismo".   Si fa presto a dire "non è razzismo". Icon_minitimeSab 18 Mag - 20:56

Il razzismo è una manifestazione codarda e vigliacca. Per questo gli adulti che non affrontano questo tema con quei ragazzi smarriti e probabilmente anche un po' emarginati che ululano allo stadio in mezzo al branco, parlando di "ragazzate" offendono e segnano questi giovani tre volte.
La prima, perché abdicano al proprio ruolo adulto e si fanno complici consapevoli di persone inconsapevoli o comunque immature.
La seconda, perché attribuiscono ai giovani un comportamento dannoso come se fosse solo frutto di stupidità, cioè come se la stupidità fosse connotata alla giovane età, mentre in realtà dare addosso al più debole e al diverso è qualcosa che ha una profonda radice culturale nel nostro paese e che ha sempre generato guerre tra poveri piuttosto che solidarietà e lotte comuni contro gli oppressori.
La terza è che legittimano e addirittura educano a rivolgere le proprie energie contro (e non "per) e a indirizzare il proprio senso di insicurezza (anche insicurezza sociale*) contro il solito comodo capro espiatorio (in campo magari è un campione strapagato, ma nella vita quotidiana sarà sempre qualcuno che sta molto peggio di noi), rinunciando ad elaborare una qualsiasi analisi, un pensiero autoconsapevole della propria condizione, autorizzando un corto circuito mentale che è alla base della crisi profondissima in cui siamo impantanati.

(*) Castel - Insicurezza sociale
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